L'evento di Tunguska si verificò più di cento anni fa il 30 giugno 1908 a seguito dell'impatto di un corpo celeste.
L'esplosione, avvenne probabilmente nella troposfera ed abbatté decine di milioni di alberi e venne percepita anche a mille chilometri di distanza.
Si tratta del maggiore evento esplosivo naturale registrato nella storia recente. La località prende il nome dal fiume tunguska nella Siberia centrale.
la mattina del 30 giugno 1908 un evento catastrofico ebbe luogo nelle vicinanze del fiume tunguska, abbattendo milioni di alberi su una superficie di oltre 2000 Kmq. Si stima che l'onda d'urto dell'esplosione avrebbe potuto essere assimilabile a un terremoto di grado 5 della scala Richter.
Si ritiene, in base ai dati raccolti, che la potenza dell'esplosione sia stata compresa tra 10 e 15 Megaton, una potenza raggiunta dalle Bombe H più potenti (La Tsar Bomba, la più potente mai esplosa raggiunse i 50 Megaton).
Passarono più di venti anni prima che la zona dell'impatto venisse analizzata. La prima spedizione in questa zona remota avvenne alla fine degli anni venti da parte del mineralologo russo Leonid Alekseevic Kulik.
Kulik si fece guidare dagli indigeni di questa regione verso la zona dove, a detta dei nativi, gli dei avevano scatenato la loro collera. Kulik non trovò un cratere e neppure i segni che si potrebbero attendere da esso. Kulik infine credette di identificare il luogo dell'impatto in una foresta abbattuta presso il bacino del fiume tunguska. Tra il 1927 e il 1939 Kulik organizzò 4 spedizioni, ma non trovò mai il cratere o altre evidenze dell'impatto.
L'ipotesi più accreditata come causa del fenomeno è l'esplosione di un asteroide di circa 30 metri di diametro che si muoveva a una velocità di almeno 15 Km/s. La deflagrazione del corpo celeste sarebbe avvenuta a un'altezza di 8 Km. La resistenza offerta dall'atmosfera può aver frantumato l'asteroide, la cui energia cinetica è stata convertita in energia termica. La conseguente vaporizzazione dell'oggetto roccioso ha causato l'onda d'urto che ha colpito il suolo.
Simulazioni più recenti hanno confermato la probabile vaporizzazione dell'asteroide avvenuta 5-10 chilometri sopra tunguska, mentre nel 2007 Mark Boslough per conto del Sandia National Laboratories ha calcolato che l'esplosione fu di circa 3-5 Megaton.
L'esplosione, avvenne probabilmente nella troposfera ed abbatté decine di milioni di alberi e venne percepita anche a mille chilometri di distanza.
Si tratta del maggiore evento esplosivo naturale registrato nella storia recente. La località prende il nome dal fiume tunguska nella Siberia centrale.
la mattina del 30 giugno 1908 un evento catastrofico ebbe luogo nelle vicinanze del fiume tunguska, abbattendo milioni di alberi su una superficie di oltre 2000 Kmq. Si stima che l'onda d'urto dell'esplosione avrebbe potuto essere assimilabile a un terremoto di grado 5 della scala Richter.
Si ritiene, in base ai dati raccolti, che la potenza dell'esplosione sia stata compresa tra 10 e 15 Megaton, una potenza raggiunta dalle Bombe H più potenti (La Tsar Bomba, la più potente mai esplosa raggiunse i 50 Megaton).
Passarono più di venti anni prima che la zona dell'impatto venisse analizzata. La prima spedizione in questa zona remota avvenne alla fine degli anni venti da parte del mineralologo russo Leonid Alekseevic Kulik.
Kulik si fece guidare dagli indigeni di questa regione verso la zona dove, a detta dei nativi, gli dei avevano scatenato la loro collera. Kulik non trovò un cratere e neppure i segni che si potrebbero attendere da esso. Kulik infine credette di identificare il luogo dell'impatto in una foresta abbattuta presso il bacino del fiume tunguska. Tra il 1927 e il 1939 Kulik organizzò 4 spedizioni, ma non trovò mai il cratere o altre evidenze dell'impatto.
L'ipotesi più accreditata come causa del fenomeno è l'esplosione di un asteroide di circa 30 metri di diametro che si muoveva a una velocità di almeno 15 Km/s. La deflagrazione del corpo celeste sarebbe avvenuta a un'altezza di 8 Km. La resistenza offerta dall'atmosfera può aver frantumato l'asteroide, la cui energia cinetica è stata convertita in energia termica. La conseguente vaporizzazione dell'oggetto roccioso ha causato l'onda d'urto che ha colpito il suolo.
Simulazioni più recenti hanno confermato la probabile vaporizzazione dell'asteroide avvenuta 5-10 chilometri sopra tunguska, mentre nel 2007 Mark Boslough per conto del Sandia National Laboratories ha calcolato che l'esplosione fu di circa 3-5 Megaton.
La frequenza media di impatti terrestri con oggetti simili a quello caduto su tunguska è all'incirca di uno ogni 600 anni.
Alcuni scienziati escludono che l'asteroide possa essere stato di natura ferrosa o carbonacea. Nel primo caso, il corpo celeste avrebbe raggiunto il suolo senza frantumarsi, nel secondo caso, la deflagrazione sarebbe avvenuta troppo in alto nell'atmosfera per devastare una zona così ampia di Taiga.
Per ragioni analoghe e per considerazioni sulla densità, questi studiosi ritengono improbabile che l'evento di tunguska sia stato generato da una cometa.
Alcuni scienziati escludono che l'asteroide possa essere stato di natura ferrosa o carbonacea. Nel primo caso, il corpo celeste avrebbe raggiunto il suolo senza frantumarsi, nel secondo caso, la deflagrazione sarebbe avvenuta troppo in alto nell'atmosfera per devastare una zona così ampia di Taiga.
Per ragioni analoghe e per considerazioni sulla densità, questi studiosi ritengono improbabile che l'evento di tunguska sia stato generato da una cometa.
Nel 1930, l'astronomo britannico Fred Lawrence Whipple ha suggerito che il corpo tunguska fosse una piccola cometa.
Nel 2010, una spedizione di Vladimir Alexeev, con gli scienziati della Innovazione Troitsk e Nucleare Research Institute (TRINITY), ha utilizzato un radar a penetrazione della terra (Georadar) per esaminare il cratere Suslov presso il sito di tunguska. Quello che ha provato è che il cratere è stato creato dal violento impatto di un corpo celeste. Gli strati del cratere erano costituiti da permafrost recente sulla parte superiore, sotto strati più vecchi danneggiati e, infine, nelle profondità, frammenti del corpo celeste sono stati scoperti.
A partire dal 1991 il dipartimento di fisica dell'Università di Bologna ha intrapreso una serie di spedizioni in Siberia allo scopo di studiare in loco l'evento e raccogliere campioni da analizzare in laboratorio. La spedizione è costituita da esperti in varie discipline, provenienti da varie università italiane e russe.
Essi non confutano il fatto che il corpo esplose a mezz'aria, ma credono che solo un frammento dalle dimensioni di un metro circa, sopravvissuto all'esplosione, abbia dapprima colpito il suolo e successivamente formato il lago Cheko.
Le ricerche indicherebbero come localizzazione del cratere d'impatto del meteorite il lago Cheko, situato a circa 8 chilometri a nord-ovest dall'epicentro stimato dell'esplosione.
Nel 2010, una spedizione di Vladimir Alexeev, con gli scienziati della Innovazione Troitsk e Nucleare Research Institute (TRINITY), ha utilizzato un radar a penetrazione della terra (Georadar) per esaminare il cratere Suslov presso il sito di tunguska. Quello che ha provato è che il cratere è stato creato dal violento impatto di un corpo celeste. Gli strati del cratere erano costituiti da permafrost recente sulla parte superiore, sotto strati più vecchi danneggiati e, infine, nelle profondità, frammenti del corpo celeste sono stati scoperti.
A partire dal 1991 il dipartimento di fisica dell'Università di Bologna ha intrapreso una serie di spedizioni in Siberia allo scopo di studiare in loco l'evento e raccogliere campioni da analizzare in laboratorio. La spedizione è costituita da esperti in varie discipline, provenienti da varie università italiane e russe.
Essi non confutano il fatto che il corpo esplose a mezz'aria, ma credono che solo un frammento dalle dimensioni di un metro circa, sopravvissuto all'esplosione, abbia dapprima colpito il suolo e successivamente formato il lago Cheko.
Le ricerche indicherebbero come localizzazione del cratere d'impatto del meteorite il lago Cheko, situato a circa 8 chilometri a nord-ovest dall'epicentro stimato dell'esplosione.
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