venerdì 23 settembre 2016

L'Occhio del Sahara


L'Africa Sahariana conserva alcune strutture geologiche particolari, ho già parlato del cratere Aorounga nel Ciad oggi descrivo un'altra meraviglia.
La Struttura di Richat  (chiamata anche Guelb er Richat o Occhio del Sahara ) è una struttura circolare nel deserto del Sahara vicino ad Ouadane in Mauritania. 
Nota dal 1965, quando venne individuata dallo spazio dagli astronauti della Gemini 4, la sua forma circolare simmetrica ricorda quasi una grande ammonite, ha un diametro di circa 40 chilometri. Questa impressionante struttura geologica fu inizialmente interpretata come il cratere da impatto di un asteroide a causa della sua forma circolare, ma l'ipotesi attualmente più verosimile è che si tratti di una cupola geologica soggetta a eoni di erosione.

All'interno dell'occhio non sono stati infatti trovati segni di metamorfismo da shock (l'indicatore principale di un impatto ad alta velocità con un meteorite) inoltre è assente la depressione anulare che caratterizza grandi strutture di impatto extraterrestri di queste dimensioni.

La cupola geologica sarebbe stata originariamente generata da una camera magmatica sotterranea che spinse in alto gli strati geologici superiori determinando il gigantesco 'rigonfiamento' che poi collassò quando la camera magmatica si svuotò. 
I diversi strati geologici della cupola hanno poi subito una erosione per milioni di anni determinando una struttura molto variegata: le rocce sedimentarie affioranti nella zona centrale della struttura si crearono infatti nel tardo Proterozoico (circa 600 milioni di anni fa) mentre la struttura più esterna risale al periodo Ordoviciano (circa 480 milioni di anni fa). 

La camera magmatica determina anche la presenza di sorgenti idrotermali. 


Circa 50 Km a  sud ovest esiste una seconda struttura geologica con caratteristiche simili: La cupola di Semsiyat. Con un diametro di 5 km, questa seconda struttura è molto simile a quella di Richat ed è visibile solamente da satellite essendo la zona profondamente erosa e coperta di sabbia.
Anche nel caso di Semsiyat non è evidente alcuna prova di metamorfismo da shock a conferma dell'ipotesi che si tratti di una cupola di origine geologica endogena.







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