sabato 11 febbraio 2017

Val Soana - Il Santuario di San Besso - Mito e Tradizione

Il santuario in estate (fonte pngp.it)
Eccomi ancora a parlare di santuari montani, che mi interessano perché evidenziano (molte volte) un legame profondo tra il luogo, fisico, di culto e gli essere umani che va oltre il semplice messaggio religioso legato al culto in sé.
Questo legame tra montagna, misticismo e religione mi ha sempre affascinato in quanto evidenzia come la religione non sia altro che l'attuale 'vestito' con cui la nostra civiltà risponde all'esigenza di infinito e trascendenza che ci caratterizza come animali pensanti.
La mia visione materialistica del mondo (intesa come interpretazione del mondo basata sulla realtà delle cose) cede il passo ad un misticismo legato alla grandezza della Natura. Per me, montanaro di origine e di attitudine, la Natura è soprattutto Montagna e osservare come i nostri monti siano caratterizzati da evidenti segni di come questo misticismo sia comune a molti di noi e perduri nei secoli crea sempre una grande meraviglia.

In Val Soana, la mia valle di origine, si trova un santuario dedicato ad un santo famoso nelle Alpi Occidentali. Il Santuario di San Besso si trova a quota 2000 metri, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, sopra Campiglia Soana.
L'attuale costruzione risale ad XVII secolo ed è raggiungibile da Campiglia in meno di un paio d'ore (un'escursione interessante e relativamente facile).
Il santuario è luogo di pellegrinaggio il 10 agosto. I pellegrini salgono dalla val Soana oppure dalla val di Cogne. Quest'ultima è un'escursione meno agevole che prevede di risalire da Lillaz verso il Vallone dell'Urtier quasi fino al Rifugio Sogno di Berdze per deviare poi verso i laghi di Miserino e proseguire fino al colle dell'Arietta per scendere infine in Val Soana.
Esiste anche una minoranza di pellegrini che proviene da Champorcher (sempre attraverso il colle dell'Arietta) dove si venera san Porzio (o Porciero), un altro martire pseudo-tebeo, che una leggenda vorrebbe compagno di fuga di San Besso. Il legame di Champorcher con la festa di San Besso è evidente anche in un'altra festa, quello della Madonna della Neve al Lago del Miserin che, non a caso credo, si festeggia nello stesso periodo (il 5 agosto).

Una bella immagine del santuario di San Besso in inverno (Fonte: Gulliver.it)
Il santo a cui è dedicato il santuario è uno dei primi della storia della chiesa romana e notizie certe non sono disponibili. La tradizione agiografica ufficiale vuole che Besso fosse uno dei soldati della celebre legione Tebea. Questi legionari guidati da San Maurizio (un generale romano che conosciamo anche come Saint Moritz), furono quasi tutti sterminati nel 286 nel Vallese per ordine dell'imperatore Massimiano per essersi rifiutati di adorare le divinità pagane.

San Besso fu, secondo la tradizione, uno dei sopravvissuti alla decimazione imposta da Massimiano che si dispersero nelle zone alpine e che iniziarono una intensa opera di evangelizzazione dei montanari pagani.

La tradizione vuole che San Besso avesse fama di grande santo taumaturgo, autore di innumerevoli miracoli e protettore dei soldati contro i pericoli della guerra.
La speciale devozione verso il santo si esprime ancor oggi nella festa in suo onore celebrata il 10 agosto nel santuario  dell'alta Val Soana,

San Besso, in armatura da legionario (fonte katieking.it)
Mi sono chiesto molte volte il perché di una tale devozione in queste valli che ho avuto modo di vedere con i miei occhi fin da piccolo.
In effetti alcuni studi antropologici evidenziano come al culto di San Besso sono legate antiche credenze profondamente radicate che risalgono a miti e leggende celtiche pre-cristiane. Una base antropologica dunque, che va oltre la 'semplice' religione e si lega all'amore per le proprie montagne.

Secondo queste antiche venerazioni legate a un momento di incontro tra popolazioni salasse-celtiche insediate nelle diverse vallate (Soana e Cogne) è caratterizzata dalla persistenza di un antico culto litico, ovvero legato ai presunti poteri magici e taumaturgici della roccia sacra di Besso che, con il sopravvento della religione cristiana, è stata sostituita dalla venerazione del santo, eppure il pellegrinaggio verso il luogo sacro perdura nel tempo e ancora oggi tra le popolazioni di Cogne e Campiglia rimane la tradizione dei poteri taumaturgici della roccia di Besso.

Il santuario di San Besso, inteso come luogo sacro per la manifestazione del divino è dunque da intendersi come connesso a eventi percepiti come magici (taumaturgici in questo caso) ben più antichi del santo stesso che è dunque da ritenersi come una semplice revisione cristiana di un mito celtico più antico.


Nota: a chi fosse interessato al mondo del sacro da un punto di vista antropologico consiglio "Il mondo del sacro: simboli - oggetti - strutture" di Solas Boncompagni, Maurizio Monzali / ed. Arkeios, Roma 2010.

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