lunedì 5 settembre 2016

Cusco e la Valle dell’Urubamba

La valle sacra degli Incas o valle di Urubamba si trova nelle Ande peruviane. In questa valle si trova Cusco, l'antica dell'Impero Inca, l'antica città di Machu Picchu e altre splendidi luoghi.

La valle comprende il territorio tra Calca e Lamay, Písac e Ollantaytambo ed è stata formata dal fiume Urubamba, Il corso d'acqua è alimentato da numerosi affluenti che scendono attraverso le valli e le gole adiacenti, e contiene numerosi resti archeologici e villaggi.
La valle era apprezzata dagli Incas per la posizione geografica e il suo clima favorevole. Fu una delle aree più importanti dell'impero per le sue ricchezze naturali e per la produzione di mais.

Anni fa ho avuto la fortuna di visitare questi luoghi. Potete ammirare una photo gallery completa del mio viaggio.

Cuzco, (che nella lingua quechua significa "ombelico del mondo") è una città di 300 mila abitanti a 3400 metri sul livello del mare e con le sue chiese barocche, i palazzi nobiliari e i possenti baluardi militari inca è la città più antica d'America.

Quando Colombo scoprì il nuovo mondo, Cuzco era già la capitale dell'Impero Inca. Secondo la leggenda il dio del Sole (Inti) ordinò al proprio figlio prediletto (Manco Capac, il fondatore dell'impero) di trovare l'ombelico del mondo e di fondarvi la capitale del grande impero. 




Cuzco è stata dichiarata dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità e da sola vale una visita del Perù. Possiede un fascino particolare che si respira nelle strade e nei mercati dai mille colori pieni di un'umanità strana. Per gli Inca la città rappresentava lo spazio sacro in cui si incontravano le quattro grandi regioni che costituivano l'impero che si estendeva dalla Colombia al Cile. Oggi la città è la base ideale per visitare Machu Picchu e la Valle Sacra (Valle Sagrado).

A Cusco la vocazione turistica è molto marcata e abbondano le strutture dedicate ai visitatori stranieri uniti ad una certa opulenza che quasi contrasta con il resto del paese e che scompare non appena ci si allontana dal centro storico.


La cattedrale di Cuzco sorge sulle rovine di un antico tempio inca (qui lo sfoggio di ricchezza ostentato dalla chiesa all'interno è incredibile: una tiara d'argento da 15 Kg tempestata di diamanti oltre ad un altare di 2 tonnellate d'argento massiccio.).
Sempre a Cusco, vale una visita anche Korichanka, l'antico tempio del sole abbattuto dai conquistatori per edificare, manco a dirlo, una chiesa (il convento di Santo Domingo). Dentro il tempio si osservano ancora le antiche mura inca impressionanti per i loro incastri: le singole pietre erano modellate per ottenere degli incastri perfetti.


Nei pressi di Cuzco si possono visitare anche le Quattro Rovine appena città. La prima è Saqsaywaman, una antica serie di fortificazioni a scopo religioso e militare devastato dai conquistatori. Le mura di cinta sono composte da rocce ciclopiche pesanti anche centinaia di tonnellate. Gli spagnoli non riuscirono a comprendere come gli Inca fossero riusciti a trasportare simili colossi e attribuirono l'opera al diavolo in persona e, laddove vi riuscirono, distrussero tutto.



La seconda rovina è Qenq'o un tempio dove venivano sacrificati lama a scopo rituale. La zona è sempre affollatissima e riusciamo a vedere ben poco. La terza rovina è Puca Pucara che però non visitiamo. Terminiano la visita a Tambomachay dove osserviamo delle fontane ritenute dell'eterna giovinezza

Da Cusco si può raggiungere Pisac con uno degli scassatissimi pulmini locali. La prima tappa è il mercato locale, una vera trappola per turisti, ma il vero pezzo forte sono le rovine, una serie di terrazzamenti sul fianco della montagna, dove venivano coltivati grano e mais, con il tempio del sole in cima.


In alto una fortezza domina l'intera Valle Sacra, qui si ergeva l'Intihuatana, il tempio del sole, distrutto dai conquistadores spagnoli perché ritenuto un blasfemo simbolo pagano. Anche qui l'architettura è del tipo "imperiale" già visto a Cusco: mura incredibili con incastri perfetti tra i massi delle mura.

Un'altra delle meraviglie della Valle Sacra è Ollantaytambo. Anche qui si trovano dei terrazzamenti, pur meno impressionanti di quelli di Pisac con tanto di fortezza e tempio del sole in cima. I prodotti agricoli prodotti qui venivano scambiati con quelli di Pisac e di Chinchero.
Ollantaytambo fu una delle ultime opere inca ad essere costruita prima del loro sterminio e rimase incompiuta. Sulla sommità del tempio sono ancora presenti i blocchi di roccia che erano stati portati fin lì e non poterono essere sistemati nella posizione finale prima dell'invasione. Sulla montagna di fronte alle gradinate sono ancora visibili i granai dove era conservato il grano prodotto. In basso Il pueblo di Ollantaytambo ancora conserva l'antica struttura della cittadina inca.

La valle sacra è così chiamata per l'abbondanza di acqua che la rende molto fertile consentendo una grande varietà di coltivazioni. L'agricoltura è comunque molto primitiva: i campi sono arati con i buoi e la campagna pullula letteralmente di asini, muli, maiali e porcellini d'india. In più di 50 km di terreni arati incontrai solo un paio di trattori.

Un'altra caratteristica (comune a tutto il Perù) sono i mattoni adobe usati per le costruzioni. Si tratta di mattoni crudi realizzati impastando fango e paglia e lasciati ad essiccare al sole: Viaggiando in pulmino si osservano svariate file di questi mattoni 'freschi' lasciati ad essiccare al sole, un segno evidente di quanto questo mondo sia lontano dalla nostra realtà quotidiana. La strada è spesso attorniata da vecchie mura divisorie in mattoni adobe ormai sgretolati dalla pioggia e dal sole.

Una nota: non ho visitato i giardini di Maras, ma la scelta di Pisac vale la visita anche se le rovine sono stranamente ignorate da molte guide.

Chinchero è poco nota, anche qui si trovano ancora dei terrazzamenti dove era prodotta la papa (le patate), fa brutta figura di sé anche una chiesa costruita sulle rovine di un tempio inca. Fa impressione osservare la precisione delle mura inca su cui poggiano le fondamenta della chiesa e la rozzezza di quest'ultima.

Chinchero è un pò una metafora del Perù odierno: una brutta vecchia chiesa, rozzamente edificata su antiche mura costruite con tecniche ormai dimenticate. Il colonialismo qui è ancora ben presente sotto forma di una arretratezza generalizzata che impedisce di sfruttare le molteplici risorse di questa nazione.


Per recarci a Machu Picchu la via più semplice è la ferrovia a scartamento ridotto (il ferrocarril) che ci conduce in circa quattro ore fino alla cittadina di Aguas Calientes costeggiando il fiume Urubamba per gran parte del restante tragitto ed offrendo viste spettacolari su gole strettissime e monti maestosi che si innalzano ben oltre la fitta coltre di nubi.

Avvicinandosi a Aguas Calientes il paesaggio cambia progressivamente; diminuendo l'altitudine si passa dalle aride praterie montane e si sprofonda nella giungla nebulare: un nuovo mondo ovattato e silenzioso dove ogni singolo pezzo di terreno è ricoperto di vegetazione verdissima che pullula letteralmente di vita: a spezzare l'incantesimo solo il puzzolentissimo sbuffare delle locomotive.

Aguas Calientes si presenta un caotico paese dove si respira un'atmosfera di 'frontiera' con il suo groviglio di bancarelle dove si vende di tutto: dai finti idoli inca ai cappellini di alpaca. La ferrovia per salire all'area di Machu Picchu termina poco dopo Aguas Calientes dove sono in attesa degli autobus per salire fino all'area archeologica.

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