giovedì 29 settembre 2016

Fuzzy Nation di John Scalzi


Con Fuzzy Nation Scalzi si cimenta con il rifacimento di Little Fuzzy un libro di Fantascienza di Henry Beam Piper, uscito nel lontano 1962 (in Italia su Urania 298, Il Piccolo Popolo). Non sono al corrente di alcuna traduzione in italiano dell'opera di Scalzi. Purtroppo la fantascienza rimane in Italia, per un errato pregiudizio, un genere di serie B con poca attenzione da parte del pubblico  e conseguente scarso interesse degli editori.


Leggiamo in lingua originale dunque, scavalcando i confini e i limiti italioti. Scalzi lo conosciamo come una stella di magnitudine 1 nel firmamento della SF internazionale (l'ho già scritto che in Italia siamo presuntuosi e leggiamo solo D'Annunzio?ah sì. beh se vi interessano le altre opere di Scalzi qui trovate altre belle recensioni di sue opere).
Autore brillante Scalzi, capace di rielaborare i temi classici della fantascienza togliendo con vigorosi colpi di spazzola gli strati di polvere che qua e là si sono depositati col tempo. Dopo la pulizia saltano fuori temi molto interessanti, trattati dall'autore con sagace ironia.

Fuzzy Nation dunque.
Figo leggere in inglese! ma come si traduce? Di Scalzi mi piace l'ironia (azz mi sto ripetendo) e già si vede nel gioco di parole del titolo. Fuzzy significa 'sfocato', quindi una traduzione potrebbe essere 'specie indefinita' come certuni considerano gli alieni della storia. Ma Fuzzy può significare anche 'peloso', quindi una seconda traduzione potrebbe essere il 'popolo dei pelosi', pelosi sì, scemi no.

Rispetto al titolo dell'opera di Piper ('Little Fuzzy', pelosetti) ne scorre di inchiostro sotto i ponti!

Vi sto confondendo, lo so, ora la smetto. La trama dunque, tranquilli non spoilero, eccola qui:

Jack Holloway si guadagna da vivere facendo il minatore, anzi il prospettore, ossia il cercatore di materie prime, e lavora da solo in mezzo alla foresta a centinaia di miglia dal quartier generale della ZaraCorp, la società mineraria che lo ha assunto. Il suo compito è trovare materie prime che possano fruttare un lauto guadagno: carbone, petrolio, legno pregiato e pietre preziose se si trovano. Tutto questo bendidio viene estratto, processato e spedito in orbita (con ascensore spaziale)  dove le astronavi da carico lo trasportano sulla Terra.
Sulla Terra? ah sì, piccolo particolare pietoso, anche il succitato quartier generale è abbastanza fuori mano, trovandosi nell'unica città di Zarathustra XXIII un bel pianeta verde e rigoglioso, ricchissimo di materie prime a 178 anni luce dalla Terra.
E la ZaraCorp mica scherza: è una società mineraria diffusa in tutto il dominio umano. Tanto cazzuta da accapararsi per lo sfruttamento minerario interi pianeti battezzandoli con il nome 'Zarathustra' seguito da un numero (evidentemente il loro dipartimento di PR ha lavorato duramente per trovare i nomi migliori, ma sto di nuovo divagando). Ma a Jack sembra importare poco, lui e il suo cane, Carl, cercano nuove aree da trasformare in miniere a cielo aperto per guadagnarci il proprio 0.25% dei profitti.

Ma Jack come li scova i filoni di materiali preziosi? lui mina! dissemina il terreno che sembra interessante di mine e poi lascia che il suo cane Carl prema il pulsante del detonatore. Bum!
Un bel giorno Jack, a seguito di un crollo accidentale di una scogliera causato da una delle sue mine, scopre una vena di gioielli incredibilmente preziosi (i Sunstones), si tratta della vena di sunstones più preziosa del pianeta e Jack riesce a rivendicarne legalmente la proprietà.
Jack riesce a far accettare la sua richiesta a Zaracorp e li coinvolge in qualità di soci per l'estrazione delle pietre, contrattando una ricca percentuale sui guadagni delle estrazioni, addirittura lo 0.5%.
Qui stiamo parlando di una vena di sunstone dal valore superiore al trilione di crediti. Jack è felice, si appresta a diventare ricco. Un figlio di puttana felice e ricco sfondato!

Ma c'è un problemino, non tanto 'ino'. Il diritto legale di ZaraCorp di sfruttare il verde pianeta è dato dal contratto di Esplorazione ed Estrazione che prevede l'obbligo della ZaraCorp di certificare all'Autorità Coloniale della Terra che su Zarathustra XXIII non esiste una specie intelligente.
Piccola nota: L'universo narrativo anche se non esplicitamente indicato è molto simile a quello di Morire per Vivere.

Poi un piccolo bipede peloso, simile ad un gatto, simpatico e accattivante oltre che ridicolmente carino si presenta a casa di Jack. E il tipetto, chiamato (toh guarda che caso!) Fuzzy per la sua pelliccia, non è solo. E non è neppure stupido!
Jack si rende conto  che, nonostante la loro piccola statura, i Fuzzy sono intelligenti.

Lo sapevo: Scalzi ha copiato Lucas!
Al tempo.
I pelosi amici, i Fuzzy, simili a felini ricordano molto gli Ewoks del Ritorno dello Jedi, ma occhio a chi ha ispirato chi: Piper precede Lucas di 21 anni! 

Torniamo a bomba: carini i pelosetti, ma come la mettiamo con il contratto E&E e la ZaraCorp? la multinazionale (che dico! la società mineraria multiplanetaria interstellare che ha già divorato le risorse di decine di pianeti trasformandoli in ammassi di pietrame senza valore) ha annusato l'odore acre dei soldi (dei trilioni di crediti ad essere precisi) su Zarathustra XXIII e non si fermerà davanti a niente e nessuno.
Scalzi con la sua prosa sempre divertente e piena di humour e talvolta arzigogolata dimostra davvero di saperci fare con le parole e riesce a coinvolgere il lettore in un crescendo che, seppur in una trama abbastanza lineare, ho trovato molto gradevole.
Se state cercando un romanzo di Hard SF, un blockbuster del tipo nuclearizziamo-tutti-i-mostri o meglio ancora un bel racconto di Military SF come Old Man's War allora questo libro non fa per voi.
Questo romanzo rientra nei canoni della Soft SF e il tema centrale sono le (dis)avventure di Jack, uno 'smartass loser' ovvero un perdente, molto intelligente, egoista e anche un poco testa di emmentahl  con delle qualità che via via si manifestano (la sua è una caratterizzazione inizialmente bidimensionale che acquisisce spessore pagina dopo pagina) fino a conclamarsi nel gran finale.

Vi ho lasciato un sacco di spunti, è tempo di concludere. E vi lascio con un commento personale. Sono convinto che Mr. Scalzi nel privato  sia un buontempone,  un allegro compagnone con cui uscire volentieri per farsi una birra e due risate. Chi di vuoi segue il suo blog, Whatever, sa che deve essere così.


Per concludere: un'opera di SF divertente con tanto humor e scritta molto bene, nello stesso filone di Redshirt's e di The Android's Dream, che dimostra ancora una volta le qualità di Scalzi e che si conferma uno dei miei autori di SF preferiti.

Buona lettura!

1 commento:

Unknown ha detto...

Mi ricordavo di averlo visto, ai tempi (forse lo ho ancora da qualche parte), lo ho cercato ed eccolo qui:

http://www.fantascienza.com/catalogo/opere/NILF1062396/il-piccolo-popolo/

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