venerdì 30 settembre 2016

La Tsar Bomba, la Bomba atomica più potente mai costruita


The war is over scrivevano i giornali nel 1945, ma con la conclusione del secondo conflitto mondiale si inasprì immediatamente lo scontro tra le due superpotenze, ovvero gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. 

Lo scontro, ideologico, politico e tecnologico impegnava ogni campo, e fu in ambito militare che la ricerca della supremazia tecnologica raggiunse il parossismo. In quegli anni il top della tecnologia bellica era nella costruzione delle bombe atomiche in particolare nella corsa alla bomba più potente.
Gli anni '50 avevano visto la corsa alla bomba termonucleare, gli Stati Uniti che con i test Ivy Mike (1952) e il disastroso Castle Bravo (1954) riuscirono a sviluppare ordigni aerotrasportabili di potenza un migliaio di volte superiore alle bombe a fissione di Hiroshima e Nagasaki.
Da oltre cortina si rispose immediatamente con il test RDS-37 (1955) che portò l'Unione Sovietica alla pari degli Stati Uniti nella corsa alle bombe termonucleari aerotrasportabili.
In questo contesto storico nacque il progetto della Bomba Zar (Tsar Bomba o RDS-220) che è stata la più potente bomba all'idrogeno sperimentata dall'uomo. La bomba fu progettata in Unione Sovietica nel 1961. L'energia che avrebbe dovuto liberare, stando alla fase progettuale, doveva essere di un centinaio di MegaTon, ma per il test venne utilizzata una versione 'depotenziata' di soli 50 Megatoni per limitare gli effetti distruttivi della bomba durante il test. Per fare un paragone la Tsar Bomba fu oltre 3000 volte più potente dell'ordigno di Hiroshima.

Va considerato che l'effettiva  importanza militare di bombe sempre più grandi era in realtà ridotta: armi di carica inferiore erano comunque in grado di produrre danni elevati ed erano molto più semplici da costruire. 

La bomba aveva in realtà scopi propagandistici, si volevano mostrare i muscoli: il primo segretario del partito comunista Nikita Khruscёv affermava, nell'agosto del 1961, che l'Unione Sovietica aveva la capacità di progettare, costruire e sperimentare una bomba da 100 megatoni. Tale dichiarazione fece scalpore e scatenò forti proteste internazionali, in quanto un ordigno di tale potenza avrebbe determinato un fallout radioattivo notevole. Per questo motivo la versione che fu poi fatta esplodere fu deponziata a 50 megatoni. Il progetto della bomba si basava sul design Teller-Ulam e fu depotenziato sostituendo l'Uranio 238 con degli strati di piombo (maggiori dettagli sul design Teller Ulam li troverete in questo mio articolo).
Il progetto della bomba fu affidata ai migliori fisici del paese capeggiati da Andrej Sakharov. La progettazione non fu semplice e nacquero discussioni tra Sakharov e altri eminenti scienziati. Sacharov era convinto che la progettazione non avrebbe permesso l'esplosione della bomba, ma a quei tempi non era consentito dissentire e l'ordigno venne ugualmente costruito.

Dopo la costruzione della bomba, l'ordigno venne caricato su un Tupolev Tu-95, un bombardiere strategico turboelica simile ai B29 Superfortess americani.
La bomba era talmente grande e pesante (pesava 27 tonnellate, quasi come il Tupolev stesso, e aveva una lunghezza di 8 metri per 2 di diametro) che fu necessario modificare il velivolo. Furono rimossi i portelloni del vano bombe e i serbatoi secondari della fusoliera, inoltre quasi tutta la superficie esterna fu rivestita con una speciale vernice riflettente per limitare il surriscaldamento del velivolo dopo la detonazione. 

Durante il volo, il Tu-95 venne accompagnato da un Tupolev Tu-16 dotato di strumenti scientifici per l'analisi del test. L'ordigno, invece, venne equipaggiato con un grande paracadute in modo tale da rallentare la discesa e permettere la fuga del bombardiere dal luogo di detonazione. Nonostante queste precauzioni il pilota del Tupolev che sganciò la bomba fu quasi ucciso dall'esplosione.

La bomba fu sganciata il 30 ottobre 1961 alle ore 11:32 nella baia di Mitjušicha, sull'isola di Novaja Zemlja a nord del circolo polare artico.
Quando il bombardiere raggiunse l'altezza di 11mila metri sopra la zona prevista per il test, il pilota fece sganciare la bomba che cominciò a scendere rallentata dal suo paracadute. L'ordigno esplose 188 secondi dopo essere stata rilasciata (lasciando al pilota pochissimo tempo per allontanarsi a distanza di sicurezza) ad una altezza di 4000 metri dal suolo.
La sfera di fuoco si espanse fino a un diametro di quasi 8 chilometri, quasi raggiungendo la quota dove volava il Tupolev. Il pilota perse il controllo dell'areo, investito dal mostruoso spostamento d'aria, e riuscì a riprenderne il controllo solo dopo una caduta libera di quasi mille metri.


La pressione dello scoppio raggiunse un picco pari a sei volte quella di Hiroshima, e il fungo atomico causato raggiunse l'altezza di 64 chilometri. Il lampo venne visto a 1.000 chilometri di distanza.
L'onda d'urto venne registrata nell'insediamento di Dikson a 700 km, mentre vennero danneggiate le imposte in legno delle case sino a 900 km dall'ipocentro fino in Finlandia. Tutti gli edifici presenti sull'isola di Severnyj, realizzati in mattoni e legno, situati a 55 km di distanza dall'impatto vennero completamente distrutti. In alcuni distretti posti a centinaia di chilometri, le case in legno vennero rase al suolo.

Le radiazioni prodotte ionizzarono l'aria e interruppero le comunicazioni radio per quasi un'ora. Il pilota del Tupolev diede immediatamente l'informazione che l'esplosione era avvenuta al comando situato nella penisola di Kola, ma successivamente, non potendo più comunicare, i progettisti non poterono ricevere alcuna informazione sull'esito del test per 40 minuti.

L'onda sismica generata dall'esplosione fece tre volte il giro della Terra. Nonostante l'esplosione fosse stata innescata nell'atmosfera, l'U.S. Geological Survey misurò una magnitudo sismica compresa tra 5.0 e 5.2 con un'onda d'urto propagata e percepita in tutto il mondo.

Dopo più di mezzo secolo la Tsar Bomba rimane l'ordigno più potente mai costruito e fatto detonare dall'uomo, per quanto incredibile si trattò anche dell'esplosione più 'pulita' in quanto progettata per ridurre al minimo il fallout radioattivo dell'esplosione. La versione da 100 Megatoni, ottenibile impiegando Uranio 238 al posto del piombo per il terzo stadio, sarebbe invece stata estremamente 'sporca' in quanto metà dello yield della bomba (circa 50 Megatoni) sarebbe derivato dalla fissione dell'uranio.

Un simile ordigno, per le sue enormi dimensioni ed il peso, non ebbe mai un effettivo valore militare in quanto l'eccessivo peso la rendeva instrasportabile: non esisteva infatti un bombardiere in grado di trasportarla nel territorio degli Stati Uniti.

Su Youtube è disponibile il video (in russo) relativo al test della Bomba Zar (la cronaca ufficiale).

giovedì 29 settembre 2016

Fuzzy Nation di John Scalzi


Con Fuzzy Nation Scalzi si cimenta con il rifacimento di Little Fuzzy un libro di Fantascienza di Henry Beam Piper, uscito nel lontano 1962 (in Italia su Urania 298, Il Piccolo Popolo). Non sono al corrente di alcuna traduzione in italiano dell'opera di Scalzi. Purtroppo la fantascienza rimane in Italia, per un errato pregiudizio, un genere di serie B con poca attenzione da parte del pubblico  e conseguente scarso interesse degli editori.


Leggiamo in lingua originale dunque, scavalcando i confini e i limiti italioti. Scalzi lo conosciamo come una stella di magnitudine 1 nel firmamento della SF internazionale (l'ho già scritto che in Italia siamo presuntuosi e leggiamo solo D'Annunzio?ah sì. beh se vi interessano le altre opere di Scalzi qui trovate altre belle recensioni di sue opere).
Autore brillante Scalzi, capace di rielaborare i temi classici della fantascienza togliendo con vigorosi colpi di spazzola gli strati di polvere che qua e là si sono depositati col tempo. Dopo la pulizia saltano fuori temi molto interessanti, trattati dall'autore con sagace ironia.

Fuzzy Nation dunque.
Figo leggere in inglese! ma come si traduce? Di Scalzi mi piace l'ironia (azz mi sto ripetendo) e già si vede nel gioco di parole del titolo. Fuzzy significa 'sfocato', quindi una traduzione potrebbe essere 'specie indefinita' come certuni considerano gli alieni della storia. Ma Fuzzy può significare anche 'peloso', quindi una seconda traduzione potrebbe essere il 'popolo dei pelosi', pelosi sì, scemi no.

Rispetto al titolo dell'opera di Piper ('Little Fuzzy', pelosetti) ne scorre di inchiostro sotto i ponti!

Vi sto confondendo, lo so, ora la smetto. La trama dunque, tranquilli non spoilero, eccola qui:

Jack Holloway si guadagna da vivere facendo il minatore, anzi il prospettore, ossia il cercatore di materie prime, e lavora da solo in mezzo alla foresta a centinaia di miglia dal quartier generale della ZaraCorp, la società mineraria che lo ha assunto. Il suo compito è trovare materie prime che possano fruttare un lauto guadagno: carbone, petrolio, legno pregiato e pietre preziose se si trovano. Tutto questo bendidio viene estratto, processato e spedito in orbita (con ascensore spaziale)  dove le astronavi da carico lo trasportano sulla Terra.
Sulla Terra? ah sì, piccolo particolare pietoso, anche il succitato quartier generale è abbastanza fuori mano, trovandosi nell'unica città di Zarathustra XXIII un bel pianeta verde e rigoglioso, ricchissimo di materie prime a 178 anni luce dalla Terra.
E la ZaraCorp mica scherza: è una società mineraria diffusa in tutto il dominio umano. Tanto cazzuta da accapararsi per lo sfruttamento minerario interi pianeti battezzandoli con il nome 'Zarathustra' seguito da un numero (evidentemente il loro dipartimento di PR ha lavorato duramente per trovare i nomi migliori, ma sto di nuovo divagando). Ma a Jack sembra importare poco, lui e il suo cane, Carl, cercano nuove aree da trasformare in miniere a cielo aperto per guadagnarci il proprio 0.25% dei profitti.

Ma Jack come li scova i filoni di materiali preziosi? lui mina! dissemina il terreno che sembra interessante di mine e poi lascia che il suo cane Carl prema il pulsante del detonatore. Bum!
Un bel giorno Jack, a seguito di un crollo accidentale di una scogliera causato da una delle sue mine, scopre una vena di gioielli incredibilmente preziosi (i Sunstones), si tratta della vena di sunstones più preziosa del pianeta e Jack riesce a rivendicarne legalmente la proprietà.
Jack riesce a far accettare la sua richiesta a Zaracorp e li coinvolge in qualità di soci per l'estrazione delle pietre, contrattando una ricca percentuale sui guadagni delle estrazioni, addirittura lo 0.5%.
Qui stiamo parlando di una vena di sunstone dal valore superiore al trilione di crediti. Jack è felice, si appresta a diventare ricco. Un figlio di puttana felice e ricco sfondato!

Ma c'è un problemino, non tanto 'ino'. Il diritto legale di ZaraCorp di sfruttare il verde pianeta è dato dal contratto di Esplorazione ed Estrazione che prevede l'obbligo della ZaraCorp di certificare all'Autorità Coloniale della Terra che su Zarathustra XXIII non esiste una specie intelligente.
Piccola nota: L'universo narrativo anche se non esplicitamente indicato è molto simile a quello di Morire per Vivere.

Poi un piccolo bipede peloso, simile ad un gatto, simpatico e accattivante oltre che ridicolmente carino si presenta a casa di Jack. E il tipetto, chiamato (toh guarda che caso!) Fuzzy per la sua pelliccia, non è solo. E non è neppure stupido!
Jack si rende conto  che, nonostante la loro piccola statura, i Fuzzy sono intelligenti.

Lo sapevo: Scalzi ha copiato Lucas!
Al tempo.
I pelosi amici, i Fuzzy, simili a felini ricordano molto gli Ewoks del Ritorno dello Jedi, ma occhio a chi ha ispirato chi: Piper precede Lucas di 21 anni! 

Torniamo a bomba: carini i pelosetti, ma come la mettiamo con il contratto E&E e la ZaraCorp? la multinazionale (che dico! la società mineraria multiplanetaria interstellare che ha già divorato le risorse di decine di pianeti trasformandoli in ammassi di pietrame senza valore) ha annusato l'odore acre dei soldi (dei trilioni di crediti ad essere precisi) su Zarathustra XXIII e non si fermerà davanti a niente e nessuno.
Scalzi con la sua prosa sempre divertente e piena di humour e talvolta arzigogolata dimostra davvero di saperci fare con le parole e riesce a coinvolgere il lettore in un crescendo che, seppur in una trama abbastanza lineare, ho trovato molto gradevole.
Se state cercando un romanzo di Hard SF, un blockbuster del tipo nuclearizziamo-tutti-i-mostri o meglio ancora un bel racconto di Military SF come Old Man's War allora questo libro non fa per voi.
Questo romanzo rientra nei canoni della Soft SF e il tema centrale sono le (dis)avventure di Jack, uno 'smartass loser' ovvero un perdente, molto intelligente, egoista e anche un poco testa di emmentahl  con delle qualità che via via si manifestano (la sua è una caratterizzazione inizialmente bidimensionale che acquisisce spessore pagina dopo pagina) fino a conclamarsi nel gran finale.

Vi ho lasciato un sacco di spunti, è tempo di concludere. E vi lascio con un commento personale. Sono convinto che Mr. Scalzi nel privato  sia un buontempone,  un allegro compagnone con cui uscire volentieri per farsi una birra e due risate. Chi di vuoi segue il suo blog, Whatever, sa che deve essere così.


Per concludere: un'opera di SF divertente con tanto humor e scritta molto bene, nello stesso filone di Redshirt's e di The Android's Dream, che dimostra ancora una volta le qualità di Scalzi e che si conferma uno dei miei autori di SF preferiti.

Buona lettura!

mercoledì 28 settembre 2016

Arcipelago delle Hawaii - Le altre isole

Le isole Hawaii sono un arcipelago remoto di isole vulcaniche, vere meraviglie della geologia, dove si possono ammirare con i propri occhi le forze primordiali della Natura ancora all’opera!!
Ho avuto la fortuna di visitare questo arcipelago, trovate alcune foto nella mia photogallery. Potete leggere anche gli altri miei post sulle isole Hawaii.

Spendo anche qualche parola sulle altre isole dell'arcipelago.

Molokai è una delle isole più piccole dell'arcipelago (con una lunghezza di 60 km, e una larghezza di meno di 20 km).
Molokai, come Maui, è costituita da due vulcani a scudo, il vulcano Wailau ed il West Molokai. Il vulcano Wailau, analogamente al Koʻolau Range di O'ahu, è ciò che rimane a giorno d'oggi della metà meridionale della montagna. La parte settentrionale è collassata e attualmente di essa rimane solo un cumulo di detriti sul fondo dell'Oceano Pacifico, e le imponenti scogliere (precisamente nella penisola di Kalaupapa), tra le più alte al mondo, arrivano infatti fino a mille metri sopra il livello dell'oceano!!
Curiosità: I faraglioni e le scogliere di Molokai furono riprese nel film Jurassic Park III.

Molokai

Maui è la seconda isola dell'arcipelago e può essere visitata come alternativa a Big Island. l'isola consiste di due grandi vulcani, uno a ovest (molto antico) e il famoso l'Haleakala a est. Fra i due grandi vulcani si trova un istmo che li unisce. L'isola è molto nota per la pratica del windsurf e del surf.
Maui

Lanai è la sesta isola per dimensioni. È anche conosciuta come Pineapple Island per le piantagioni di ananas. Ci vivono poco più di tremila persone. Nel giugno 2012 l'isola è stata acquistata, per la cifra di 500 milioni di dollari, dal miliardario americano Larry Ellison.

Lanai

Kahoolawe e Niihau sono isole molto piccole, off limits per i turisti. Kahoolawe è una riserva marina. Sull'isola proibita di Niihau trovate informazioni più dettagliate nel blog.

martedì 27 settembre 2016

In Presenza del Nemico di Harry Turtledove


Turtledove è un autore americano relativamente poco noto, specializzato in opere di fantascienza (il ciclo di Invasione e Colonizzazione)  e fantasy (il ciclo di Videssos). Il filo conduttore delle sue opere è la storia alternativa (ucronia).

Le cose sono andate male durante la seconda guerra mondiale: gli Stati Uniti non sono intervenuti in Europa per aiutare Francia e Gran Bretagna e la Germania nazista ha sconfitto tutti i suoi nemici.


Ma questo non è sufficiente: una generazione più tardi anche gli Stati Uniti sono stati sconfitti dalla Germania in una formidabile guerra nucleare combattuta su suolo americano con terribili perdite per gli americani (un terzo dell'intera popolazione morto durante gli attacchi nucleari e nella successiva "soluzione finale" intrapresa dai nazisti); Gli Stati Uniti sono ora sotto occupazione militare da parte della Wermacht.

Ora, l'impero germanico si estende in tutta Europa, in Russia e nel Medio Oriente in un regno del terrore in cui gli orrori nazisti sono diventati parte della vita quotidiana: gli ebrei e le popolazioni non ariane sono state quasi sterminate. L'eutanasia per gli anziani o gli inabili è adottata senza alcuna pietà.

L'intero vicenda del libro si svolge nel 2009 a Berlino. Dopo quasi 70 anni di governo sotto il pugno di ferro germanico, il mondo è piuttosto diverso da quello che conosciamo: Berlino è la capitale dell'Impero germanico, Zeiss è il produttore leader mondiale per l'elettronica, un Fuhrer chiamato Kurt Haldwein (un evidente riferimento a Kurt Waldhein .... ) governa l'impero....

Insomma il classico romanzo ucronico. Si innesta nel filone della storia alternativa come la "Svastica sul Sole" di Philip K Dick e "Fatherland" di Harris, con molti riferimenti a eventi storici reali (Berlino e la Germania nel 2009 somigliano a Mosca e all'Unione Sovietica del 1991).

La narrazione è quella tipica di Turtledove con differenti filoni narrativi paralleli con molti personaggi.
Qui, tutti i personaggi sono ebrei che cercano di sopravvivere nascondendo la loro vera natura dai nazisti implacabili.

Beh, questo è solo una descrizione generale della trama: può sembrare interessante, ma in realtà non mi è piaciuto: troppo noioso, semplicemente non succede niente.

lunedì 26 settembre 2016

Il Sapore della Vendetta / Best Served Cold di Joe Abercrombie


L'Unione ha combattuto la sua guerra contro gli invasori e l'ha vinta grazie al Lord Maresciallo West che è riuscito nel miracolo di riportare in patria il proprio esercito appena in tempo.....
Re Jezal e la bella regina Terez (ora educata dal superbo Glotka) sono divenuti appassionati amanti...

E mentre la coppia regnante provvede a garantire la continuazione della stirpe reale in città si lavora (senza badare a spese) a ricostruire Adua rendendola più bella di prima.
Nel frattempo su al Nord Caul il Brivido si è stancato delle faide e della violenza e ha deciso di andarsene......
 Basterebbero queste poche righe a stuzzicare il lettore. Eppure in 'Best Served Cold' le vicende si svolgono in Styria, con altri e nuovi interpreti che vanno ad aggiungersi ad alcuni elementi noti (su tutti Caul il Brivido e Nicomo Cosca).
La Styria, alleata dell'Unione nella guerra contro i Gurchi (permettetemi di divagare: troverete nella traduzione italiana il termine Gurkish che è quello usato da Abercrombie in inglese, secondo me Gurchi riprende bene il gioco di parole Gurkish/Turkish - Gurchi/Turchi - dell'originale), è un paese dilaniato da una guerra interna che ormai prosegue da anni ed è combattuta senza esclusione di colpi.

Benna e Monzcarro (detta Monza) Murcatto (la scelta di nomi e luoghi dal suono italiano è voluta e ripetuta in tutta l'opera) sono due mercenari al servizio del Gran Duca Orso di Talins. Benna e Monza sono fratello e sorella e sono dannatamente bravi nel loro lavoro.
Così bravi che il Gran Duca li teme e ne ordina l'uccisione...
Benna è ucciso e Monza massacrata. Ma Monza non muore, pur rimanendo menomata nel corpo. E nell'animo. La sua vita ha ora un nuovo scopo: uccidere i sette uomini che l'hanno tradita.

Come dice un proverbio Klingon La vendetta va servita fredda (lo so, lo so non è questa la vera citazione). E la vendetta trasformerà tutti i personaggi esigendo da ognuno di essi un pesante tributo.

Abercrombie cambia stile rispetto alla Trilogia, cercando un diverso approccio. Ho ritrovato una frase dell'autore, direttamente nel suo blog, relativamente a 'Red Country':
"I’ve published six hefty adult fantasy books in seven years. Although I’ve tried to make them all different in some ways – different structures, different settings, different points of view – they’re all pretty beefy, they’re all set in the same world, they have a similar tone, they cover some of the same ground. Though I’m very happy with and proud of the result, Red Country was a difficult book to write. I felt at times somewhat uninspired"

ovvero:

"In sette anni Ho pubblicato sei corposi libri fantasy per adulti. Anche se ho provato a farli tutti in qualche modo diversi tra loro - diverse strutture e impostazioni, diversi punti di vista - sono tutti piuttosto massicci, sono tutti impostati nello stesso mondo, hanno un tono simile, e si muovono più o meno sullo stesso terreno. Anche se sono molto felice e orgoglioso del risultato, 'Red Country' è stato un libro difficile da scrivere. Mi sentivo a volte un poco senza ispirazione"

Questa mancanza di ispirazione un poco si vede anche in 'Il Sapore della Vendetta'. Sono nel mezzo della lettura e sto facendo una certa fatica..... quello che 'tiene su' l'intera opera è la trama, accattivante e classica (Il Conte di Montecristo in salsa Fantasy, o se preferite un Killing Bill), e l'universo ereditato dalla trilogia.
Infine qualche dettaglio sulla cronologia delle varie opere: le vicende si svolgono due/tre anni dopo il termine della trilogia (Re Jezal dice a Monza di avere 2 figli e un terzo in arrivo....) e precedono cronologicamente 'The Heroes' e 'Red Country'.

Se vi piace la Fantasy del genere 'Gritty', quest'opera fa per voi.

domenica 25 settembre 2016

Arcipelago delle Hawaii - L'Isola Proibita di Niihau


Continua la mia 'campagna di promozione' dell'arcipealo delle Hawaii, che ho avuto la fortuna di visitare anni fa. Potete leggere anche gli altri miei post sulle isole Hawaii. Potete inoltre trovare alcune foto nella mia photogallery.

Niihau è la più piccola delle isole abitate delle Hawaii e si trova a 17 miglia al largo a ovest di Kauai.
Niihau è un'isola privata rimasta praticamente isolata dall'influenza del resto del mondo: non ci sono strade hotel o ristoranti e i 250 abitanti (quasi tutti di origine hawaiiana) vivono senza elettricità. Il re Kamehameha IV mise Niihau in vendita nel 1863 e la signora Elizabeth Sinclair, all'epoca residente a kauai, la comprò per 10mila dollari.
Attualmente i discendenti di questa signora, la famiglia Robinson, continuano a preservare la cultura hawaiana: a Niihau infatti si parla esclusivamente l'antico linguaggio hawaiiano, anche se il prezzo è un isolamento che lascia perplessi.

Qui a Niihau in occasione dell'attacco di Pearl Harbor un pilota giapponese cadde con il suo aereo e tenne in ostaggio un intero villaggio prima di essere ucciso da un coraggioso locale che fu poi insignito di un riconoscimento per le sue gesta eroiche....

Tornando a cose meno tragiche un visitatore molto gradito dell'isola è la foca monaca che qui trova un miracoloso rifugio dall'estinzione. L'isola è piatta e arida ed è molto difficile coltivarvi qualcosa. Pare che i locali vivano allevando bestiame nel ranch dei Robinson.

sabato 24 settembre 2016

Da Antey-Saint-André ai Laghi di Champlong in Mountain Bike

Data dell'uscita: Luglio 2011
Difficoltà: media, per mtbiker con un buon fiato e una certa esperienza di single track
Dislivello: oltre 1000 m





Parcheggiata l'auto ad Antey (un grande parcheggio si trova subito dopo il bivio  che porta verso La Magdaleine) si inizia a salire seguendo la comunale. La salita di circa 9 km è in asfalto e se preferite si può evitarla salendo fino a La Magdeleine.
Da La Magdeleine proseguire in direzione Frazione Clou, qui troverete un bivio dove dovrete svoltare a sinistra (salendo) proseguendo verso Frazione Veillen.



Seguendo la strada si trova, dopo circa un Km, il bivio che porta, su una comoda sterrata, verso Chamois (da qui ritornerete se fate tutto l'anello). Proseguire ancora sulla strada asfaltata. Dopo circa 2 km la tratta in asfalto termina e comincia la salita in sterrato. Al termine della tratta asfaltata si trova un parcheggio dove, volendo, si può lasciare l'auto.
Continuando sullo sterrato per circa un Km si trova un secondo bivio in corrispondenza del Colle Pilaz, proseguire a destra seguendo le indicazioni per i laghi di Champlong. Qui la strada sterrata prosegue nella pineta e diventa molto dura e non bisogna vergognarsi a scendere e spingere....

Dopo una salita di 2 km la pineta si dirada e si incontra il lago Charey e un alpeggio. Superato il lago la strada prosegue ai piedi del Tantanè. I pini si diradano sempre più rivelando un paesaggio magnifico.
Salendo su un sentiero ora più sconnesso, ma meno ripido, si raggiungono i laghetti e l’alpeggio di Champlong per poi proseguire verso il Colle.  Da qui, seguendo il sentiero si scende verso Chamois.

Esiste, seguendo le indicazioni, la possibilità di continuare verso il lago Lod.

Da Chamois, infine, si può rientrare a La Magdeleine frazione Veuillen percorrendo la comoda strada sterrata pianeggiante  che dalla piazza del Municipio di Chamois è chiaramente indicata.

Arrivati a La Magdeleine si scende dalla strada già percorsa in salita.

Il sentiero che porta ai Laghi
Laghetto di Champlong
L'ultimo tratto della strada sterrata che porta ai Laghi. Sullo Sfondo il Tantanè


La Piazza del Municipio a Chamois

venerdì 23 settembre 2016

L'Occhio del Sahara


L'Africa Sahariana conserva alcune strutture geologiche particolari, ho già parlato del cratere Aorounga nel Ciad oggi descrivo un'altra meraviglia.
La Struttura di Richat  (chiamata anche Guelb er Richat o Occhio del Sahara ) è una struttura circolare nel deserto del Sahara vicino ad Ouadane in Mauritania. 
Nota dal 1965, quando venne individuata dallo spazio dagli astronauti della Gemini 4, la sua forma circolare simmetrica ricorda quasi una grande ammonite, ha un diametro di circa 40 chilometri. Questa impressionante struttura geologica fu inizialmente interpretata come il cratere da impatto di un asteroide a causa della sua forma circolare, ma l'ipotesi attualmente più verosimile è che si tratti di una cupola geologica soggetta a eoni di erosione.

All'interno dell'occhio non sono stati infatti trovati segni di metamorfismo da shock (l'indicatore principale di un impatto ad alta velocità con un meteorite) inoltre è assente la depressione anulare che caratterizza grandi strutture di impatto extraterrestri di queste dimensioni.

La cupola geologica sarebbe stata originariamente generata da una camera magmatica sotterranea che spinse in alto gli strati geologici superiori determinando il gigantesco 'rigonfiamento' che poi collassò quando la camera magmatica si svuotò. 
I diversi strati geologici della cupola hanno poi subito una erosione per milioni di anni determinando una struttura molto variegata: le rocce sedimentarie affioranti nella zona centrale della struttura si crearono infatti nel tardo Proterozoico (circa 600 milioni di anni fa) mentre la struttura più esterna risale al periodo Ordoviciano (circa 480 milioni di anni fa). 

La camera magmatica determina anche la presenza di sorgenti idrotermali. 


Circa 50 Km a  sud ovest esiste una seconda struttura geologica con caratteristiche simili: La cupola di Semsiyat. Con un diametro di 5 km, questa seconda struttura è molto simile a quella di Richat ed è visibile solamente da satellite essendo la zona profondamente erosa e coperta di sabbia.
Anche nel caso di Semsiyat non è evidente alcuna prova di metamorfismo da shock a conferma dell'ipotesi che si tratti di una cupola di origine geologica endogena.







giovedì 22 settembre 2016

Morire per Vivere/Old Man's War di John Scalzi



Old Man's War è stato per me una piacevole scoperta: da appassionato di Military SF ho molto apprezzato questo romanzo, pubblicato negli Stati Uniti nel 2005.
'Morire per Vivere' è ambientato in un futuro non precisato, presumibilmente 23/24esimo secolo o giù di lì.
L'universo pullula di razze aliene e gli Umani dell'Unione Coloniale combattono per mantenere il proprio 'spazio vitale' (termine non usato casualmente).
Ma la tecnologia che gli uomini usano sembra letteralmente avanti anni luce rispetto a quella disponibile sul pianeta Terra.
E i soldati stessi sembrano essere più che umani...
Il 75-enne John Perry, vedovo dell'amata moglie dopo 45 anni di felice matrimonio, decide di arruolarsi per un paio di anni di servizio militare nell'Unione Coloniale ...
John farà il soldato, anche se non gli è chiaro che contributo, da malandato 75enne, possa dare alla causa..... insomma le cose non tornano....

Vi bastano questi pochi indizi per ingolosirvi? Il libro è chiaramente ispirato a capolavori della fantascienza come Fanteria nello Spazio, la Guerra Infinita e Il Gioco di Ender: è una specie di opera di Heinlein 'on steroids' con un sacco di riferimenti alle cose più fighe della SF moderna, l'ascensore spaziale, la nanotecnologia e la bioingegneria, gli impianti neurali e il trasferimento di coscienza.
Ma è anche una storia d'amore con la figura di John Perry e della moglie defunta al centro.

Scalzi ha mescolato con sapienza i temi 'hard' della military SF curando al contempo la psicologia dei protagonisti: John Perry, anche quando diventa verde (e che vuol dire? leggete e saprete), mantiene la propria umanità e la sua visione ironica del mondo.

Già l'ironia: un bell'ingrediente che troverete in tutto il romanzo, insomma Il libro mi è davvero piaciuto.

Il successo di questo primo libro ha convinto l'autore a scrivere alcuni sequel, ecco l'elenco completo:

- Morire per Vivere
- Le Brigate Fantasma
- L'Ultima Colonia
- Zoe's Tale
- The Human Division
- The End of all Things

Dei primi tre ho riportato il titolo italiano, il quarto e quinto libro Zoe's Tale e The Human Division non sono purtroppo ancora disponibili in Italia, un vero peccato per chi non legge in lingua originale.

Esiste in programma anche un sesto capitolo, intitolato 'The End of All Things' che uscirà nel 2015 come annunciato dallo stesso Scalzi nel suo blog (Whatever).

Importante Novità: Pare che Old Man's War sia stato opzionato dalla Paramount per una serie televisiva !!! per ora nulla si muove, ma bisogna avere pazienza.

mercoledì 21 settembre 2016

Arcipelago delle Hawaii - Oahu


Le isole Hawaii sono un arcipelago remoto di isole vulcaniche, vere meraviglie della geologia, dove si possono ammirare con i propri occhi le forze primordiali della Natura ancora all’opera!!

Ho avuto la fortuna di visitare questo arcipelago, trovate alcune foto nella mia photogallery

Oggi pubblico il mio terzo posto dedicato alle Hawaii, vi parlerò di Oahu. Nei mio blog potete leggere anche gli altri miei post sulle isole Hawaii.

Oahu, soprannominata "Isola degli Incontri", è l'isola più popolosa, sviluppata e nota di tutto l'arcipelago. I luoghi maggiormente evocativi delle Hawaii si trovano tutti qui: Honolulu, Waikiki, Pearl Harbor e Sunset Beach
Honolulu, la capitale dello stato, nonché il principale punto di ingresso e di uscita per i turisti, forma insieme a Waikiki un continuum urbano caratterizzato da autostrade e grattacieli: una via di mezzo tra Miami Beach e il centro di Tokyo. In questa zona si concentra la gran parte delle strutture turistiche dell'isola. A poca distanza dalla città si trovano spiagge incantevoli, baie cristalline, montagne increspate e vallate ricoperte da piantagioni di ananas.
Le spiagge per il surf sono leggendarie (Banzai Pipeline, Sunset Beach, Makaha), ma l'isola offre anche ottime opportunità agli amanti del bodysurf (Makapuu Beach, Waimea Bay), del windsurf (Kailua Bay), dello snorkelling (Hanauma Bay) e delle attività subacquee (Three Tables e la vicina Shark's Cove).

martedì 20 settembre 2016

Marooned in Realtime/ I naufraghi del tempo Di Vernor Vinge

Ecco un altro pregevole romanzo di Vernor Vinge.
L'autore, pluri-vincitore del Premio Hugo, non è di certo l'ultimo arrivato. A lui si devono romanzi fantastici come Universo Incostante e Quando la luce ritornerà.
'Marooned in Realtime' è il classico romanzo di Vinge dove in un background di fantascienza ‘Hard’ si innesta una vicenda intricata, in questo caso la storia di un omicidio.
Da quanto ne so è disponibile in italia solo nella serie Urania, inoltre è il seguito di The Peace War, ma leggibile anche come libro a parte.

Nel XXI secolo gli esseri umani hanno sviluppato la tecnologia della bolla, un campo di stasi che permette di viaggiare avanti nel tempo. Ma la bolla non è una macchina del tempo: non si può sovvertire la freccia del tempo ovvero non si può tornare indietro.
Siamo nell'Anno Domini Cinquanta Milioni, la terra è cambiata in questo lasso di tempo: è rallentato il suo tempo di rotazione (la venticinquesima ora) e i continenti si sono spostati.
Sulla terra rimangono solo poche centinaia di esseri umani: i low tech del XXI e XXII secolo e gli high tech di inizio XXIII secolo. 

L'umanità ha raggiunto una singolarità tecnologica ("I progressi tecnologici ottenuti tra il 2200 e il 2210 superarono tutti ottenuti dall'età della pietra fino alla fine del ventiduesimo secolo") e gli hi-tech hanno capacità e risorse che li rendono come divinità rispetto ai low tech.

Questo finché la loro tecnologia regge, i guai cominciano quando la bolla fallisce.
Pur non essendo il mio romanzo di Vinge preferito è senz'altro un'opera da non perdere.  Buona lettura a tutti!

lunedì 19 settembre 2016

Machu Picchu


Machu Picchu rappresenta il pezzo forte della Valle Sacra, la ciliegina su una torta di perle.
Della Valle Sacra (o Valle dell'Urubamba) ho già scritto, Machu Picchu merita invece un discorso a parte.



Ho avuto la fortuna di visitare questo luogo alcuni anni orsono, trovate qui una Photogallery completa.

Da Aguas Calientes alle cinque del mattino partenza sugli scassati autobus locali che portano fino al sito. Percorrendo una tortuosa e non troppo sicura stradina sterrata, si arriva all'ingresso del sito intorno alle sei, giusto in tempo per ammirare il sole dell'alba che accende di fuoco le rovine. 
La vista a quest'ora è incredibile, non c'è ancora molta gente, il sole sta nascendo e piano piano i suoi raggi illuminano le vestigia della città sacra inca meglio conservata.

È un'emozione molto forte. La guida attende paziente che lo stupore di noi turisti lasci il posto all'attenzione per le sue parole. Iniziamo poi la visita delle varie parti di Machu Picchu. Nella piazza sacra ci sono lama ed alpaca tenuti lì volutamente per contribuire alla pulizia del sito per impedire che la giungla lo inghiotta.

Citando Wikipedia, Machu Picchu nota universalmente come la città perduta degli Inca, è situato in una zona montana a 2.700 metri di altitudine nella valle dell'Urubamba in Perù.
Si suppone che la città fosse stata costruita dall'imperatore inca Pachacútec intorno all'anno 1440 e sia rimasta abitata fino alla conquista spagnola del 1532. La posizione della città era un ben custodito segreto militare, perché i profondi dirupi che la circondavano erano la sua migliore difesa naturale. Difatti, una volta abbandonata, la sua ubicazione rimase sconosciuta per ben quattro secoli, entrando nella leggenda. Scoperte archeologiche, uniti a recenti studi su documenti coloniali, mostrano che non si trattava di una normale città, quanto piuttosto di una specie di residenza estiva per l'imperatore e la nobiltà Inca. Si è calcolato che non più di 750 persone alla volta potessero risiedere a Machu Picchu, e probabilmente durante la stagione delle piogge o quando non c'erano nobili, il numero era ancora minore.
La città fu riscoperta il 24 luglio 1911 da Hiram Bingham, che stava esplorando le vecchie strade inca della zona alla ricerca dell' ultima capitale Inca: Vilcabamba Bingham compì parecchi altri viaggi ed eseguì scavi fino al 1915 e solo più tardi si rese conto dell'importanza della sua scoperta e si convinse che Machu Picchu era Vilcabamba. Di ritorno dalle sue ricerche scrisse parecchi articoli e libri su Machu Picchu: il più conosciuto fu; La città perduta degli Inca.
Paradossalmente Vilcabamba non era Machu Picchu: l'ultima capitale era a Espiritu Pampa: nascosta nella giungla, a poche centinaia di metri da dove era arrivato lui durante le sue ricerche.
Il sito archeologico fa parte del Patrimonio dell'umanità stilato dall'Unesco.


Accanto al sito domina il Wayna Picchu, il picco che sale ancora per centinaia di metri.
Consiglio: meglio sfruttare la possibilità di visitare le rovine al mattino senza l'enorme quantità di turisti che affluisce giornalmente da Cusco e che arriva intorno alle 11 del mattino.

domenica 18 settembre 2016

Quando la Luce Tornerà/ A Deepness in The Sky Di Vernor Vinge


Quando la Luce Tornerà, vincitore del  Premio Hugo nel 2000, è una splendida opera di SF.
L'Universo narrativo è ancora quello che Vernor Vinge ha sviluppato per Universo Incostante, ma i fatti si svolgono 20mila anni prima (e per noi 8mila nel futuro).

La razza umana si è diffusa in centinaia di sistemi stellari nella Galassia evolvendosi in diverse culture.
Alcune di queste civiltà sono state in grado di sviluppare incredibili capacità tecnologiche mentre altre sono regredite ad uno stato semi-barbarico dopo una 'caduta' dovuta probabilmente a epidemie o guerre, altre ancora stanno rifiorendo e riacquisendo le capacità tecniche perdute grazie (anche) allo spionaggio e al furto di tecnologie....

Una delle culture più avanzate è quella dei Qeng Ho, una civiltà di mercanti interstellari che viaggia per tutto lo spazio esplorato dalla razza umana (una piccola porzione della Galassia con un raggio di 400 anni luce).

I loro mezzi di trasporto sono delle gigantesche astronavi ‘Ramjet’, dotate di enormi collettori per raccogliere l’idrogeno interstellare da usare nei reattori a fusione (e qui il rigore scientifico di Vinge si vede tutto) che viaggiano a significative frazioni della velocità della luce (i viaggi FTL non sono possibili all'interno dello spazio finora esplorato dagli umani) per scambiare le proprie conoscenze con le altre civiltà umane che incontrano con la speranza di realizzare grossi guadagni.

Ma la loro fame di sempre nuovi guadagni li porta a fronteggiare una nuova civiltà umana: gli spietati Emergenti, rappresentanti di un regno umano in rapida ascesa tecnologica ed economica che incontrano in orbita al misterioso pianeta Arachna....questo è solo il contorno (sempre molto articolato nei libri di Vinge) da cui si dipana l’intera vicenda.

Alcune idee proposte in Quando la Luce Tornerà sono derivate dall'universo narrativo sviluppato da Poul Anderson nel ciclo di Dominic Flandry. Ad esempio il tema del ciclo di caduta e rinascita delle civiltà, oppure l’antagonismo Qeng Ho e Emergenti che ricorda molto lo scontro tra Impero Terrestre e Merseiani.
Lo stesso Vinge lo ammette indirettamente con una dedica alla memoria di Anderson all'inizio del libro.
Personalmente considero Quando la Luce Tornerà come una delle migliori opere di SF che abbia mai letto, anche migliore di 'Universo Incostante'.

sabato 17 settembre 2016

Arcipelago delle Hawaii - Big Island



Le isole Hawaii sono un arcipelago remoto di isole vulcaniche, vere meraviglie della geologia, dove si possono ammirare con i propri occhi le forze primordiali della Natura ancora all’opera!!

Ho avuto la fortuna di visitare questo arcipelago, trovate alcune foto nella mia photogallery.

Oggi vi parlo di Big Island. Potete leggere anche gli altri miei post sulle isole Hawaii.

L'isola di Hawaii, abitualmente chiamata Big Island, La Grande Isola, misura quasi il doppio di tutte le altre isole dell'arcipelago messe insieme. Dal punto di vista geografico è la più eterogenea di tutte, caratterizzata da deserti, foreste pluviali, vulcani e, perlomeno d'inverno, vette imbiancate di neve. Cinque enormi vulcani (Mauna Kea, Mauna Loa, Kilauea, Hualalai e Kohala) hanno dato origine a quest'isola di 6500 chilometri quadrati.
In particolare due vulcani, il Mauna Kea e il Mauna Loa, entrambi alti più di 4.000 m, dominano l’isola e ne determinano il clima creando una gigantesca barriera che blocca gli alisei nord-orientali, rendendo la parte occidentale dell'isola, quella sottovento, la più secca di tutto l'arcipelago, lungo tale costa si stendono le migliori spiagge con le acque più pure.
La costa orientale, sopravento, è piuttosto accidentata, battuta da potenti marosi, estremamente piovosa e ricca di foreste pluviali, crepacci profondi e maestose cascate. I principali alberghi e ristoranti sono concentrati soprattutto a Kona, Waikoloa e Hilo. 

 Tra le bellezze naturali presenti sull'isola di Big Island, l'Hawaii Volcanoes National Park è senza ombra di dubbio il più originale tra tutti i parchi nazionali degli Stati Uniti. Occupa una superficie enorme su cui sorgono ben due vulcani attivi, una caldera ancora fumante e incredibili formazioni geologiche, come coni di cenere, colonne di pomice e fiumi di lava solidificata. La principale attrazione è la caldera del Kilauea, l'unico vulcano attualmente in attività delle Hawaii. In prossimità della bocca è possibile vedere la lava fuoriuscire e riversarsi in mare. 
 Una vasta rete di sentieri consente di costeggiare il bordo della caldera, di raggiungere antichi crateri e di visitare il Thurston Lava Tube, una specie di galleria nella lava raggiungibile in pochi minuti attraverso un bosco di felci giganti. Il territorio del parco comprende spiagge tropicali e la cima innevata del Manua Loa, nonché incantevoli foreste pluviali e boschi di felci. 

Si tratta di una delle migliori zone delle Hawaii per il campeggio e le escursioni.
La lussureggiante (e piovosa) Waipi'o Valley, lungo la costa orientale di Big Island, è la più grande e la più spettacolare delle numerose vallate ad anfiteatro che si trovano sul lato sopravento dei monti Kohaloa. La valle è fiancheggiata da pareti di roccia alte centinaia di metri, ed è accessibile soltanto tramite una stretta pista per fuoristrada, così ripida da consigliare di proseguire a piedi. La valle, un fertile groviglio di alberi, piante da fiore, campi di colocasia e cascate, è un luogo magico, in cui rivive l'atmosfera della "vecchia Hawaii".
Visitare tutte le bellezze di Big Island è praticamente impossibile nei pochi giorni di una vacanza normale.
Tra le tappe da non perdere segnaliamo, sulla costa orientale, il percorso automobilistico della Hwy - 19 dalla Waipi'o Valley fino ad Hilo; Qui le tappe obbligatorie sono:
  • Le Akaka Falls e le più piccole Kahuma Falls che si possono ammirare con una camminata di mezzora attraverso la giunga tropicale.
  • Hawaii Tropical Botanical Garden: esempio di foresta pluviale perfettamente conservato con tanto di laghetto con ninfee, giungla di zenzero, canyon di baniano, cascate e tante orchidee.
  • La deviazione sulla Pepe'ekeo Scenic Drive: una deviazione di 6 km sulla Hwy 19 che fiancheggia la straordinaria costa lavica, le insenature, le cascate e la giungla lussureggiante.
Lungo la costa occidentale, meritano una visita le piantagioni e l'industria del caffè e le camminate sulla lava nel Kehaha Kai State Park nei pressi di Kailua. Tornando alla costa orientale conviene inoltre fare un salto verso sud sulla strada litoranea fino a Isaac Hale Beach Park: Il posto è molto bello e poco battuto dai turisti (noi abbiamo incontrato solo "indigeni").
Infine le spiagge, sempre incantevoli e potenzialmente pericolose; quelle in assoluto da non perdere sono:
  • Punalu'u (meglio conosciuta come Black Sand Beach per il colore assolutamente nero della sabbia).
Per riassumere brevemente, Big Island è un poco la summa dell'intero arcipelago: in essa potete trovare un poco di tutto quello che le Hawaii vi possono offrire: relax, paesaggio naturali (dalla lava alla foresta pluviale) e tanto mare per fare snorkelling. Ideale per chi cerca una vacanza sole & mare.

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