Nei post precedenti ho descritto per sommi capi gli sviluppi bellici dell'era atomica, dal primo test americano ad Alamogordo, per passare alle bombe H e ai test nel Pacifico Ivy Mike e Castle Bravo.
Erano gli anni tremendi della Guerra Fredda e la corsa agli armamenti atomici imperversava. L'unione Sovietica arrivò alla bomba atomica nel 1949, grazie anche alle brillanti operazioni di intelligence perpetrate dal NKVD (ne ho parlato brevemente in riferimento alla defezione di Klaus Fuchs nel mio post dedicato alla bomba atomica sovietica Joe-1) e dopo pochi anni riuscì a realizzare anche il primo test di bomba termonucleare o 'Bomba H'.
Ma cosa distingue una bomba atomica da una bomba termonucleare? la prima è determinata dalla fissione di atomi di Uranio 235 o Plutonio 239, elementi radioattivi 'fissili' che hanno la caratteristica, quando raggiungono una massa critica, di scatenare e mantenere nel tempo una reazione a catena incontrollata che libera una grande quantità di energia in maniera esplosiva. Questo era, molto semplificando, il modello su cui furono sviluppate le bombe di Hiroshima e Nagasaki e che i Sovietici copiarono (grazie a Fuchs) per il test Joe-1.
Ma esiste una possibilità alternativa per ottenere ordigni di potenza molto superiore a quelli impiegati a Hiroshima, sfruttando la fusione nucleare. Secondo questo processo quando due atomi si fondono, si libera una grande quantità di energia. Ma ottenere la reazione di fusione nucleare, che in natura avviene nel nucleo delle stelle, richiede temperature e pressioni che non sono facilmente realizzabili sulla Terra (tant'è che, ad oggi, la produzione commerciale di energia tramite reattori a fusione nucleare è ancora un miraggio), eppure il principio della fusione nucleare incontrollata di isotopi di idrogeno necessario per gli ordigni termonucleari era già stato teorizzato da Enrico Fermi ed Edward Teller nel 1941.
Il primo ordigno termonucleare detonato dagli Stati Uniti, fu, nel 1952 l'ordigno 'salsiccia' del test Ivy Mike, che dimostrò la fattibilità tecnica e il successivo test Castle Bravo del 1954.
Il modello impiegato dagli americani si basava sul design Teller Ulam, un dispositivo multistadio dove le condizioni estreme necessarie alla fusione l'idrogeno, (il 'combustibile per la fusione') venivano raggiunte all'interno di un case metallico tramite la detonazione di una bomba atomica (tratto lo stesso tema con maggiori dettagli tecnici in questo post).
Si trattò di una grande conquista tecnica a cui parteciparono le migliori menti della fisica e dell'ingegneria del tempo in campo statunitense e non mancarono i tragici incidenti come quello di Castle Bravo.
I sovietici bruciarono le tappe nello sviluppo della bomba termonucleare e il loro primo test, denominato RDS-37, fu un successo per certi aspetti superiore alle conquiste occidentali. Il motivo della straordinaria rapidità con cui l'Unione Sovietica arrivò alla bomba H è ancora oggi oggetto di dibattito: senz'altro in URSS non mancavano scienziati di grandissimo livello, ma rimane il dubbio di quale fu la reale portata dei dettagli sulle armi atomiche passate da Klaus Fuchs al Programma della Bomba Sovietica, guidato da Berija e Kurchatov.
Il test RDS-37 ebbe luogo il 22 novembre 1955, nel poligono di Semipalatinsk in Kazakhstan. Fu il primo test termonucleare vero e proprio, anche se per motivi propagandistici l'Unione Sovietica affermava di aver giù effettuato un test termonucleare nel 1953 (test RDS-6s o secondo la codifica occidentale Joe-4), con un modello di bomba a fusione, denominato Sloika ('layer cake', torta a strati) che era in realtà una sorta di bomba a fissione potenziata.
Il design Sloika della Bomba Joe-4, prevedeva uno schema in cui il combustibile per la fusione (il deuteruro di litio) era avvolto a strati intorno al materiale della fissione. Gli studiosi
contestano l'autenticità di RDS-6 come un dispositivo termonucleare in
quanto non ottenne un rendimento coerente con una vera bomba
all'idrogeno.
RDS-37 fu dunque il primo test di Bomba H e fu anche il primo esempio di bomba del suo genere ad essere lanciata da un bombardiere Tupolev Tu-16 e venne fatta detonare ad un'altitudine di oltre 1500 metri.
Secondo le specifiche di Sacharov la resa (lo yield, o erroneamente la potenza) di RDS-37 era di 3 Megatoni, ma fu stato ridimensionato da 3 a 1,45 megatoni per limitare gli impatti sull'area circostante il poligono. Purtroppo le condizioni atmosferiche nella zona al momento del test concentrarono inaspettatamente gran parte dell'energia dell'esplosione verso il suolo, con gravi conseguenze sulla popolazione: un bambino rimase ucciso nel crollo di un edificio in un villaggio (secondo altre fonti fu una ragazza a restare uccisa, il che fa sospettare che il numero effettivo di morti tra i civili fu superiore all'unità); la stessa sorte toccò ad un soldato, posizionato in una trincea a 40 km da ground zero.
L'area del poligono di Semipalatinsk, rimase teatro di test Sovietici per oltre quaranta anni.
Questa area remota, estesa per 300 mila chilometri quadrati (le dimensioni dell'Italia) era abitata da circa 1,5 milioni di persone. I danni alla salute delle persone continuano ad essere evidenti nella popolazione anche alla terza generazione dopo i test.
Ecco un video, tratto da Youtube, che riassume in pochi minuti il test RDS 37
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