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Un lancio del missile R1 |
Nei precedenti articoli ho raccontato degli sforzi postbellici degli alleati per impadronirsi della tecnologia missilistica tedesca e dei progressi americani dal 1945 al lancio del primo satellite americano nel 1958.
In questo terzo e ultimo articolo parlerò dei progressi in Unione Sovietica dal 1945 al lancio dello Sputnik nel 1957.
Anche l'Unione Sovietica, come gli Stati Uniti con Robert Goddard, potevano vantare i natali di un grande pioniere dell'Astronautica come Konstantin Tsiolkovsky considerato il padre del volo spaziale umano e ricordato soprattutto per l'equazione del razzo.
Quando i Sovietici misero le mani sul materiale tedesco alla fine della seconda guerra mondiale, rimasero stupiti dal grande livello della tecnologia missilistica tedesca e, come gli americani, seppero sfruttare appieno il materiale conquistato e le conoscenze degli scienziati catturati.
Va evidenziato che la decisione di copiare il sistema d'arma V2 non venne presa rapidamente.
Infatti, dopo la costruzione in Germania di alcuni razzi V2 (la cosiddetta Serie N), ed il successivo trasferimento coatto degli specialisti tedeschi all'interno del territorio sovietico, nell'ambito dell'Operazione Osoaviakhim, non si ebbero ulteriore sviluppi. Nel luglio del 1947 si effettuò il primo test di un missile nel poligono di Kapustin Yar, nei pressi del mar Caspio, a cui fecero seguito altri test in settembre e ottobre.
Il destino dei tecnici tedeschi fu meno felice di quello riservato ai loro ex colleghi finiti negli Stati Uniti: furono relegati in una località segreta nei pressi di Mosca e impiegati come 'consulenti' per la risoluzione dei problemi tecnici che il programma sovietico, in piena evoluzione, proponeva loro. Questo gruppo di tecnici, guidato da Helmut Gröttrup lavorò ai progetti sovietici fino all'inizio degli anni 50, con l'avanzamento della tecnologia missilistica sovietica il loro coinvolgimento diminuì progressivamente fino a diventare inutile. Furono rimpatriati tra il 1950 e il 1953.
Il primo missile costruito fu, nel 1948, il missile R1 che era una copia sovietica del V2. Si basava sulle specifiche di progettazione delle V2 e fu solamente in parte modificato dal team di Sergei Korolev, il grande progettista che sarebbe diventato l'antagonista di Von Braun nella corsa alla Luna e che aveva studiato i razzi a propellente liquido a partire dai primi anni 30. R1 fu la svolta che consentì al team di Korolev di acquisire le necessarie competenze per le evoluzioni successive.
Come per gli americani, l'interesse per lo sviluppo del razzo R1 era militare, concepito come arma mobile per il trasporto di una testata convenzionale di quasi 800 Kg fino ad una distanza di oltre 250 Km, ma fu impiegato anche per scopi scientifici, come lo studio dei raggi cosmici nell'alta atmosfera e il trasporto dei primi esseri viventi (i cani).
Questo primo modello fu seguito, quasi immediatamente dal missile R2 Si trattava di un sistema d'arma progettato quasi parallelamente all'R1 da cui in pratica deriva essendo una versione rivista e potenziata del suo predecessore.
Il razzo R2 divenne pienamente operativo nel 1951 e subito ne fu avviata la produzione in serie per uso bellico. L'R2 aveva una gittata doppia rispetto al modello R1 (circa 600 Km) e poteva trasportare una testata convenzionale da 1500 Kg che si separava dal resto del razzo durante la caduta balistica verso il bersaglio, inoltre era dotato di un sistema di guida radio che ne migliorava la precisione. Come per il Bumper americano, sviluppato nello stesso periodo, le due superpotenze stavano superando i 'maestri' tedeschi.
Infatti, dopo la costruzione in Germania di alcuni razzi V2 (la cosiddetta Serie N), ed il successivo trasferimento coatto degli specialisti tedeschi all'interno del territorio sovietico, nell'ambito dell'Operazione Osoaviakhim, non si ebbero ulteriore sviluppi. Nel luglio del 1947 si effettuò il primo test di un missile nel poligono di Kapustin Yar, nei pressi del mar Caspio, a cui fecero seguito altri test in settembre e ottobre.
Il destino dei tecnici tedeschi fu meno felice di quello riservato ai loro ex colleghi finiti negli Stati Uniti: furono relegati in una località segreta nei pressi di Mosca e impiegati come 'consulenti' per la risoluzione dei problemi tecnici che il programma sovietico, in piena evoluzione, proponeva loro. Questo gruppo di tecnici, guidato da Helmut Gröttrup lavorò ai progetti sovietici fino all'inizio degli anni 50, con l'avanzamento della tecnologia missilistica sovietica il loro coinvolgimento diminuì progressivamente fino a diventare inutile. Furono rimpatriati tra il 1950 e il 1953.
Il primo missile costruito fu, nel 1948, il missile R1 che era una copia sovietica del V2. Si basava sulle specifiche di progettazione delle V2 e fu solamente in parte modificato dal team di Sergei Korolev, il grande progettista che sarebbe diventato l'antagonista di Von Braun nella corsa alla Luna e che aveva studiato i razzi a propellente liquido a partire dai primi anni 30. R1 fu la svolta che consentì al team di Korolev di acquisire le necessarie competenze per le evoluzioni successive.
Come per gli americani, l'interesse per lo sviluppo del razzo R1 era militare, concepito come arma mobile per il trasporto di una testata convenzionale di quasi 800 Kg fino ad una distanza di oltre 250 Km, ma fu impiegato anche per scopi scientifici, come lo studio dei raggi cosmici nell'alta atmosfera e il trasporto dei primi esseri viventi (i cani).
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L'R2 sulla rampa di lancio |
Questo primo modello fu seguito, quasi immediatamente dal missile R2 Si trattava di un sistema d'arma progettato quasi parallelamente all'R1 da cui in pratica deriva essendo una versione rivista e potenziata del suo predecessore.
Il razzo R2 divenne pienamente operativo nel 1951 e subito ne fu avviata la produzione in serie per uso bellico. L'R2 aveva una gittata doppia rispetto al modello R1 (circa 600 Km) e poteva trasportare una testata convenzionale da 1500 Kg che si separava dal resto del razzo durante la caduta balistica verso il bersaglio, inoltre era dotato di un sistema di guida radio che ne migliorava la precisione. Come per il Bumper americano, sviluppato nello stesso periodo, le due superpotenze stavano superando i 'maestri' tedeschi.
Il programma sovietico era ormai in moto e presto Korolev e i suoi arrivano allo sviluppo del missile R5, che fu il primo missile sovietico armato con una testata nucleare, era ancora un razzo a singolo stadio e rappresentò l'estrema evoluzione dei progetti derivati dalle V2. La versione R-5M fu impiegata per oltre un decennio come missile balistico a medio raggio e molti di essi furono installati ai confini orientali della NATO in Europa.
Nel 1953 Korolev e il suo team iniziarono la progettazione del primo missile della famiglia R7, quello che sarebbe diventato il razzo R7 Semyorka, che rappresentava un significativo balzo in avanti rispetto alla tecnologia delle V2, il Semyorka era un razzo a propellente liquido a due stadi che sarebbe divenuto il primo missile balistico intercontinentale al mondo, le sue dimensioni lo resero strategicamente obsoleto come ICBM prima che il suo sviluppo venisse completato, ma la famiglia dei razzi derivati dal R7 è stata impiegata per molti veicoli spaziali sovietici e russi e una sua versione modificata è tuttora in uso come razzo vettore delle Soyuz.
Come nel caso degli Stati Uniti, le competenze tecniche era ormai tali, o prossime ad esserlo, da permettere il lancio in orbita di un satellite. Come sappiamo già a determinare il corso degli eventi fu una decisione presa negli Stati Uniti.
Il 29 luglio 1955 il presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower annunciò che gli Stati Uniti avrebbero lanciato un satellite artificiale durante l'Anno Geofisico Internazionale (1957).
Fu una mossa propagandistica che ebbe un grande effetto oltre cortina: Una settimana dopo, l'8 agosto, il Politburo del Partito Comunista approvò la proposta di lanciare un satellite artificiale. Il team di Korolev fu immediatamente incaricato di sviluppare il vettore che sarebbe stato una versione a 3 stadi del razzo R7.
Il resto è storia, Korolev e i sovietici 'bruciarono' sul filo di lana gli americani (che avevano più opzioni disponibili, ma persero tempo) e il 4 ottobre 1957 lo Sputnik 1, una sfera metallica di 83 Kg che trasmetteva un semplice segnale radiofonico, divenne il primo satellite artificiale della storia.
Era iniziata l'Era Spaziale.
Come nel caso degli Stati Uniti, le competenze tecniche era ormai tali, o prossime ad esserlo, da permettere il lancio in orbita di un satellite. Come sappiamo già a determinare il corso degli eventi fu una decisione presa negli Stati Uniti.
Il 29 luglio 1955 il presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower annunciò che gli Stati Uniti avrebbero lanciato un satellite artificiale durante l'Anno Geofisico Internazionale (1957).
Fu una mossa propagandistica che ebbe un grande effetto oltre cortina: Una settimana dopo, l'8 agosto, il Politburo del Partito Comunista approvò la proposta di lanciare un satellite artificiale. Il team di Korolev fu immediatamente incaricato di sviluppare il vettore che sarebbe stato una versione a 3 stadi del razzo R7.
Il resto è storia, Korolev e i sovietici 'bruciarono' sul filo di lana gli americani (che avevano più opzioni disponibili, ma persero tempo) e il 4 ottobre 1957 lo Sputnik 1, una sfera metallica di 83 Kg che trasmetteva un semplice segnale radiofonico, divenne il primo satellite artificiale della storia.
Era iniziata l'Era Spaziale.
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