Joe Abercrombie è l’autore della Trilogia di fantasy Epica The First Law, 'La Prima Legge'.
I libri della trilogia si intitolano: The Blade Itself ("Il Richiamo delle Spade"), Before They Are Hanged ("Non prima che siano impiccati") e Last Argument of Kings ("L'ultima ragione dei re").
Come Moorcock e Morgan, Abercrombie fa parte di quel filone della fantasy che è lontano anni luce dai cliché e stereotipi della Fantasy Classica, alla Tolkien. Joe Abercrombie si avvicina di più alle opere di Sword and Sorcery di Robert Howard (Conan il Barbaro) per la crudezza e la violenza delle vicende e per molti aspetti Logen Novedita lo ricorda anche se è molto più umano dell'eroe di Howard.
Come già il primo libro della trilogia (che citava l'Odissea "The blade itself incites to deeds of violence" - La vista delle armi porta gli uomini ad impiegarle) anche il secondo volume si rifa ad una citazione, quella del poeta romantico tedesco Heinrich Heine “We should forgive our enemies, but not before they are hanged" - dovremmo perdonare i nostri nemici, ma non prima che siano impiccati.
Questa opera va letta DOPO aver divorato le vicende raccontate ne "Il Richiamo delle Spade" Il secondo libro è infatti la naturale prosecuzione del primo, si riparte dove terminano le vicende narrate del primo libro, quindi ci si sente fin da subito a proprio agio, coinvolti nelle vicende e pronti a gustare l'approfondimento dei personaggi oltre all'evoluzione delle vicende narrate.
L'universo narrativo dell'intera trilogia ha una ambientazione medievale con accenni ad un nord 'vichingo'. La situazione politica si potrebbe definire "tardo imperiale".
Nel romanzo si intrecciano più vicende tra di loro collegate. Ognuna di esse permette all'autore di seguire diversi filoni Fantasy e di creare interessanti suggestioni al lettore. Il peregrinare di Bayaz e del gruppo da lui raccolto verso le terre d'oriente, ad esempio, ricorda 'Conan il Distruttore' (leggendo di Ferro Maljinn viene da pensare a Grace Jones/Zulan).
Davvero una piacevole lettura: i personaggi sono noti al lettore che ha imparato a conoscerli, apprezzarli o disprezzarli: il crudele, ma molto umano, Inquisitore Glokta, il tronfio e innamorato Jezal, lo spietato Logen dall'animo buono, l'efficiente e amareggiato maggiore West, il mago Bayaz, calvo, tarchiato e incline all'ira... in un universo narrativo che si delinea sempre meglio.
Molto bello, per me una delle migliori letture di fantasy dal tempo de 'l'Impeto dei Drenai' di Gemmell.
Davvero una piacevole lettura: i personaggi sono noti al lettore che ha imparato a conoscerli, apprezzarli o disprezzarli: il crudele, ma molto umano, Inquisitore Glokta, il tronfio e innamorato Jezal, lo spietato Logen dall'animo buono, l'efficiente e amareggiato maggiore West, il mago Bayaz, calvo, tarchiato e incline all'ira... in un universo narrativo che si delinea sempre meglio.
Molto bello, per me una delle migliori letture di fantasy dal tempo de 'l'Impeto dei Drenai' di Gemmell.
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