giovedì 23 marzo 2017

La Cattedrale di Elgin, I Pilastri della Terra


Oggi scrivo di una amena località scozzese, Elgin, nella Scozia nord orientale tra Inverness e Aberdeen. Elgin è la capitale del whisky scozzese qui infatti la principale attività è la produzione del celebre liquore, grazie alle numerose distillerie che si trovano nell'area dello Speyside. 


Un must-see di Elgin è la celebre cattedrale diroccata: Nel 1390 Alessandro Stuart, figlio illegittimo del re, saccheggiò le città di Elgin e la incendiò, causando alla cattedrale danni tali da richiedere la completa ricostruzione del timpano occidentale, degli archi della navata, della torre centrale e del capitolo.

Nei primi anni della Riforma protestante la cattedrale non subì danni; venne però spogliata quasi interamente nel 1567. Nel 1630 crollò il tetto principale e nel corso dei due secoli successivi le pietre della chiesa vennero riciclate come materiale da costruzione, trasformando in un mero guscio vuoto quella che un tempo era stata chiamata la 'Lanterna del Nord'.













mercoledì 22 marzo 2017

Vaccini (e Imbecilli su Facebook)

Una delle tante immagini con false informazioni che circolano su Facebook sui vaccini. Questa, per fortuna, è ironica (fonte: IL POLEMISTA MISTERIOSO) 

Ho già scritto, in un post dal titolo eloquente - I 28 anni di Internet (e gli imbecilli su Facebook) - di come i social network ci stiano trasformando in una massa di beoti creduloni dove ad essere sacrificato è lo spirito critico, immolato sull'altare dei 'fatti alternativi' (Trump dixit!)

Un esempio di come la realtà dei fatti sia piegata alle realtà alternative è quella dei vaccini e della loro presunta pericolosità.
Cito qui il bell'articolo de L'amaca di Michele Serra del 21 Marzo:
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LA FRONDA anti-vaccini, nonostante ogni controdeduzione scientifica e statistica, tiene il punto, con solidi addentellati nel primo o secondo dei partiti italiani, il Movimento Cinque Stelle. Ben al di là della questione in sé (comunque grave per le ripercussioni che le scelte di pochi infliggono a molti), quello che sconforta è l’umore di fondo nel quale attecchiscono queste mattane: una diffidenza irriducibile a qualunque “verità ufficiale”, scientifica o politica o culturale o altro, nel nome di una specie di insorgenza controculturale molto selfie, autoprodotta e autocondotta. Il mondo visto come una losca trama di caste e consorterie, come una incrostazione di inganni, una frode ininterrotta, alla quale il solo rimedio da opporre è un rifiuto irriducibile, un rancore incolmabile.
Si dice che la crisi economica è la fonte evidente del malessere sociale.
È vero solamente in parte. C’è una fonte più profonda, un rattrappirsi dello spirito, uno sguardo gramo e sfiduciato sulla vita e sulle altre persone. C’è paura, soprattutto paura, sotto la crosta dell’aggressività: e questa non è una buona notizia, perché se anche la crisi economica allentasse la presa, la paura rimarrebbe a presidiare il campo, e a punire il novero infinito dei nemici, veri o immaginari.
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Il giornalista indica espressamente :

una diffidenza irriducibile a qualunque “verità ufficiale”, scientifica o politica o culturale o altro, nel nome di una specie di insorgenza controculturale molto selfie, autoprodotta e autocondotta.

esattamente quello che io, nel mio piccolo, ascolto e osservo ogni giorno dalle bacheche social alle chiacchiere da caffè.

martedì 21 marzo 2017

La Strana Guerra di Arrigo Petacco


Ho molto apprezzato questo saggio di Arrigo Petacco su quel particolare periodo storico che è noto ai posteri come La Strana Guerra, quei primi mesi di relativo immobilismo della seconda guerra mondiale dalla fine della campagna di Polonia, nel settembre del 1939, all'avvio delle operazioni in Francia, nel maggio del 1940.

Gli scenari politici di quel periodo erano molto diversi da quelli che si sarebbero sviluppati successivamente e che condussero alla caduta rovinosa del Reich Millenario, ma anche al collasso dei grandi imperi coloniali e in definitiva al tramonto dell'Europa come egemone sul teatro mondiale.

Per dirla con Petacco: quando Hitler e Stalin erano alleati e Mussolini stava a guardare.  

Petacco, con uno stile di scrittura semplice che rende la lettura gradevole, fa un excursus sugli eventi di questo periodo analizzando i fatti principali dei 9 mesi di Phoney War ('guerra finta' come la chiamarono gli inglesi) descrivendo la guerra tra Finlandia e Unione Sovietica, la conquista della Scandinavia da parte delle truppe della Wermacht e i preparativi per lo sfondamento sul fronte occidentale.

Il libro termina con la rovinosa rotta di Dunkerque del corpo di spedizione britannico e la sciagurata entrata in guerra dell'Italia. Nell'accompagnarci a comprendere i fatti di quei mesi ormai remoti l'autore descrive gli avvenimenti e i personaggi, dal traditore Quisling al tronfio Gamelin senza dimenticare l'astuto (o presunto tale) Mussolini.

Molto interessante la descrizione dei preparativi per l'invasione della Francia che videro l'esercito francese, comandato da una casta di generali sclerotici e presuntuosi, collassare in soli tre giorni e mezzo contro le truppe della dinamica leva dei  generale Guderian e Rommell.

Un bel saggio storico, una vera chicca per il lettore interessato agli eventi politici del XX secolo. 



venerdì 17 marzo 2017

K2. Bonatti Contro Tutti


Qualche giorno fa è andato in onda, su Rai Storia, un interessante documentario sulla ben nota porcheria del K2, guidata da quel fascista di Ardito Desio.

Un documentario che è la storia di una piccola Italia fatta di personaggi meschini e traditori.
Ma è anche la storia di un grande italiano, Walter Bonatti, che ha saputo tenere duro per decenni e dimostrare la propria grande forza morale.
Come dice bene Paolo Mieli alla fine del video documento, questa vicenda è un esempio di come i meriti e i diritti dei giovani siano molte volte calpestati dalla 'classe dominante'.

Segnalo il link della Rai, dove il video è disponibile.


Buona visione!

domenica 12 marzo 2017

I 28 anni di Internet (e gli imbecilli su Facebook)


I 28 anni di Internet dunque. Il 12 marzo 1989 lo scienziato britannico Tim Berners-Lee distribuì un documento ai suoi colleghi del CERN intitolato "La Gestione delle Informazioni: Una Proposta" relativo ad un problema pratico della sua organizzazione: il CERN già allora disponeva di grandi quantità di preziose informazioni memorizzate ovunque (quelli che oggi chiamiamo Big Data).

Tim Berners-Lee affermava che sarebbe stato molto più facile recuperare queste informazioni se fossero state tutte collegate tra loro in modo da essere accessibili da qualsiasi computer. Così raccomandò la creazione di un sistema ipertestuale in rete per gestire la mole di dati disponibile.
Era nata Internet, almeno concettualmente, e la crescita sarebbe stata impetuosa come tutti sappiamo.

Evidenzio questo aspetto: Internet era nata come 'strumento' per condividere 'dati' ovvero conoscenze. Un mezzo dunque implicitamente adatto per l'accesso 'democratico' all'informazione, con la possibilità garantita a chiunque di acquisire la conoscenza che cerca (ecco dunque che l'accesso a internet è sempre limitato o interdetto nei regimi non democratici).

Questo in teoria, ma la realtà delle cose non è mai semplice.
Trascurando il digital divide (ovvero la possibilità dell'individuo all'accesso effettivo alle tecnologie dell'informazione, senza limitazioni tecnologiche e/o di altro genere) rimane molto forte il problema della qualità delle fonti d'informazione controbilanciato, in una certa misura, dalla pluralità delle fonti stesse. Proprio la diversità delle fonti disponibili permetterebbe all'individuo di maturare una conoscenza (e un'opinione) libera dai condizionamenti esterni, filtrando il pescato dal mare di informazioni.

Pensate a Wikipedia, l'enciclopedia libera, una fantastica raccolta di documenti ipertestuali i cui contenuti sono sviluppati e aggiornati dagli utenti stessi e memorizzati in database accessibili a tutti. Proprio questa pluralità di editor garantisce, o garantirebbe, una certa imparzialità del contenuto informativo.

Poi sono arrivati i social network e tutto è cambiato, in peggio.
Con i social media, facilmente accessibili dai nostri cellulari (curioso: esistono app per Facebook, Twitter, Instagram, ma non per Wikipedia) siamo scesi ad un livello molto più basso: non siamo noi a cercare le informazioni, sono loro che vengono da noi!
E questo, a mio modesto modo di vedere, è un danno: viene meno infatti il 'confronto' e trionfa l'auto-referenzialità.

Sono infatti gli algoritmi di ricerca che presentano nelle nostre 'bacheche' solo le notizie che ci interessano e verso le quali siamo più ricettivi (è una semplice correlazione con i nostri 'like' precedenti). Si creano dunque dei circoli viziosi dove i social network arrivano a NUTRIRE i nostri pregiudizi fornendoci solamente le informazioni che siamo in grado di recepire, o meglio, che abbiamo dimostrato di saper recepire.

Internet, lo strumento capace di fornirci le informazioni dell'intero scibile umano, usato per trasformarci in una tribù globale di beoti.

Un ritorno ad un mondo arcaico fatto di superstizione e di miti, quasi tribale, dove ci muoviamo all'interno di un clan dove accettiamo solo i nostri 'pari', coloro che la pensano come noi, e disprezziamo, diventando 'haters' o 'trolls', tutto il resto del mondo.

Per concludere Internet è stato e continuerà ad essere un formidabile strumento di 'democratizzazione' favorendo la circolazione di nuove idee e di nuovi punti di vista, garantendo a molti l'accesso a informazioni altrimenti non raggiungibili.
Allo stesso tempo questo mezzo di informazione, che per sua natura è mutevole e adattativo, può rappresentare un potente strumento di 'imbarbarimento' che pochi individui o gruppi possono sfruttare per piegare la volontà delle masse.

sabato 11 marzo 2017

All'ultimo Respiro!


2 a 1 al 97'! 
Una vittoria molto importante, con un rigore controverso, che avvicina ancora di più il sesto scudetto consecutivo!
Ma prima del rigore quanta sofferenza!

Stefano Bonaccini: Si va verso lo stralcio del piano di abbattimento dei lupi


Trovano ulteriori conferme le notizie riportate il mese scorso.
Secondo quanto dichiarato da Stefano Bonaccini, Presidente della Conferenza delle Regioni, le uccisioni controllate saranno quasi certamente stralciate dal Piano di conservazione e gestione del lupo che sarà deciso nella riunione Stato - Regioni del prossimo 30 marzo.

Vedremo chi la spunterà, i 'licomaniaci' o i 'naturalisti cacciatori'.

giovedì 9 marzo 2017

Una Stazione Spaziale Intorno alla Luna!

Fonte: http://russianspaceweb.com
Tra i tanti possibili progetti che le agenzie spaziali di mezzo mondo hanno in programma, uno risulta particolarmente suggestivo: la costruzione di una stazione spaziale in orbita intorno alla Luna.
Si tratta di un’idea che è in circolazione da decenni e prevede un passo ulteriore con nuove importanti sfide rispetto alle precedenti stazioni quali lo Skylab, la MIR e la ISS perché questa stazione non godrebbe dello scudo protettivo dell’atmosfera terrestre, ma si troverebbe esposta alle tempeste solari e alle radiazioni cosmiche extrasolari tipiche dello spazio profondo.
Il progetto di una stazione spaziale cislunare (ovvero in orbita tra la Terra e la Luna)  è un vero banco di prova per le successive esplorazioni e il grande balzo verso Marte. Il progetto non è esente da critiche ed è evidente la sua valenza politica. Una delle principali difficoltà del progetto è infatti di natura decisionale perché  gli interessi delle differenti agenzie spaziali governative su questo progetto non collimano interamente.

La NASA in particolare sta valutando diverse opzioni di esplorazione con volo umano oltre l’orbita terrestre bassa per accedere alle orbite cislunari, ovvero all’interno del sistema Terra Luna, come passo intermedio verso le esplorazioni umane a lungo raggio, in particolare verso Marte.
Una delle opzioni in valutazione consiste nello sviluppo di un elemento (o insieme di elementi) in orbita tra Terra e Luna da impiegare come un avamposto per lo stoccaggio di materiali e risorse utili per le missioni esplorative nello spazio profondo. Tra gli aspetti di studio ci sono quindi la valutazione delle traiettorie migliori che permettano di ridurre al minimo il consumo di carburante. 
L’idea è quella di posizionare l’avamposto in un orbita ( definita NRHO, acronimo di Near Rectilinear Halo Orbit) fortemente eccentrica che si estenderebbe fino a 70mila chilometri dalla Luna nel suo punto più lontano e si avvicinerebbe fino a 1500 chilometri al più vicino. 
L’orbita NRHO consentirebbe alla stazione un notevole risparmio di propellente (utile per correzioni orbitali) e consentirebbe alla luce solare di raggiungere sempre i pannelli solari della stazione, inoltre la stazione spaziale sarebbe sempre in linea di vista con le stazioni di controllo sulla Terra.
La stazione impiegherebbe una settimana per fare un giro intorno alla Luna in tale orbita, l'avamposto sarebbe comunque in grado di manovrare per altre destinazioni in futuro.
Un’orbita di questo tipo consentirebbe alla Orion della NASA di avvicinarsi facilmente in caso di emergenza. Tuttavia, un’orbita di questo genere non sarebbe la migliore per i veicoli diretti alla superficie lunare che dovrebbero impiegare una maggiore massa di propellente rispetto alle orbite più vicine alla Luna.
Per ora di concreto non esiste ancora nulla, ma le discussioni sull’argomento non mancano. Nei mesi scorsi, gli addetti ai lavori di cinque agenzie spaziali governative hanno tenuto una riunione dietro le quinte a Tsukuba, in Giappone, in casa del JAXA, la NASA giapponese, dove il progetto della stazione cislunare è stato preso in considerazione.
Secondo l'ultimo progetto discusso in Giappone la stazione comprenderebbe una coppia di moduli abitativi costruiti da Europa e Giappone, un modulo di alimentazione e di propulsione costruito dagli Stati Uniti, un modulo di camera di compensazione russa e il braccio robotico canadese. 
Sulla base dell'esperienza acquisita durante il programma ISS, il sistema di supporto vitale della stazione cislunare sarà caratterizzato da una tecnologia completamente "a circuito chiuso", in grado di riciclare tutte le sue risorse, quali acque reflue e ossigeno.
Si sta anche valutando l'aggiunta di una piattaforma a 360° gradi con più finestre, consentendo agli astronauti di godere dei panorami lunari, proprio come oggi gli equipaggi della ISS osservano la Terra attraverso le finestre panoramiche del modulo cupola.

Tutto questo per ora rimane sulla carta, restano infatti da superare importanti ostacoli per ottenere il sostegno politico (ed economico) di una tale impresa. I proclami che arrivano dalla Casa Bianca vedono per ora un Trump impegnato a mantenere le promesse elettorali e non è ancora chiaro quale sarà la nuova visione per il programma di volo spaziale umano della NASA. 
Inoltre i partner internazionali non condividono alcuni degli obiettivi del progetto. La Russia, per esempio, insiste affinché la stazione sia focalizzata sull’esplorazione della Luna e non come un banco di prova per una missione su Marte, come ribadito dalla NASA. 
Durante l'ultimo incontro a Tsukuba, i funzionari russi hanno proposto un progetto alternativo dell'avamposto finalizzato al ritorno sulla Luna. Roskosmos in particolare sta valutando soluzioni alternative per l’orbita dell’avamposto, con particolare interesse ad un’orbita lunare bassa.
Per far fronte a possibili disaccordi la NASA ha promesso di studiare come adattare l'avamposto per entrambe le attività. Una soluzione potrebbe essere mantenere alcune delle infrastrutture in prossimità della Luna in modo permanente, mentre altri pezzi potrebbero poi essere staccati per andare su Marte o altre destinazioni dello spazio profondo.
Secondo i piani attuali, l'avamposto cislunare potrebbe diventare una realtà nella seconda metà degli anni 20 ed è considerato come il primo passo per missioni umane nello spazio profondo verso gli asteroidi, le lune di Marte e, infine, la superficie di Marte negli anni 30.

Resta inoltre da definire come trasportare da terra tutto il materiale che sarà necessario: anche se tutti i componenti chiave della stazione dovranno essere consegnati dal nuovo SLS della NASA, rimane aperta la questione di come effettuare le missioni cargo, che saranno necessarie per sostenere gli equipaggi durante le missioni. 
Anche se nessuna decisone è stata ancora presa è possibile ipotizzare che le agenzie potrebbe voler esternalizzare la logistica dei rifornimenti ai vari imprenditori che metterebbero a disposizione i propri veicoli di lancio e veicoli spaziali. In un tale scenario, le aziende statunitensi come SpaceX e Orbital ATK potrebbero avere grandi vantaggi, grazie alla loro esperienza nella fornitura di carico alla ISS (Dragon e Cygnus) e ci sarebbe ciccia anche per i consorzi europei con l’ATV.

Infine è di queste settimane la notizia che SpaceX ha intenzione di inviare, nel 2018, una coppia di turisti in una missione attorno alla Luna con una capsula Dragon, lanciata dal razzo Falcon Heavy.

Anche se molti ritengono la data del 2018 non realistica per il completamento della missione, il razzo e il veicolo spaziale potrebbero maturare in tempo per sostenere avamposto cis-lunare. Il razzo Falcon Heavy è infatti in grado di fornire più della metà del carico utile trasportato dal razzo SLS della NASA.

sabato 4 marzo 2017

Bonatti: la Passione per il Rischio e l'Avventura


Walter Bonatti è stato oltre che un grande scalatore (se non IL più grande), anche un grande comunicatore, non tanto per la forza della sua ars oratoria (genuina, ma forse di altri tempi), ma per la validità dei contenuti che sapeva esprimere.

Oggi voglio condividere una vecchia intervista di Enzo Biagi a Walter Bonatti. Il filmato è del 1983 e l'ho scovato su youtube.


Intervista che mi è piaciuta molto per i concetti qui espressi da Bonatti e che si possono trovare anche nei suoi libri. Dedicategli 10 minuti.

Ecco un riassunto dei primi minuti dell'intervista:

[Mi spinsero a lasciare la fabbricail rischio e l’avventura. Ecco, si potrebbe, da questa premessa, pensare che io ne ho fatto un mestiere del rischio, in verità non è così. Per me il rischio e l’avventura, sono stati una passione, un bisogno di spazio intorno a me, un bisogno di libertà; un bisogno di dialogare con me stesso oltre che con l’ambiente in cui mi muovevo. 
Le componenti sono tante, però credo che quelle fondamentali siano state queste, che mi hanno dato la spinta di lasciare il gruppo e la città per i grandi vuoti, i grandi spazi, pieni però di elemento vitale per me, di avventura. 

Lì per lì sembrerebbe una cosa da matti pensare di trarre piacere da queste condizioni, ma in realtà è un misurarsi, un confrontarsi. Il piacere non avviene sempre durante, viene soprattutto prima. Ecco io potrei dire che il piacere più grande che ho provato accingendomi ad un’avventura è stato quello di averlo concepito. 
Nell’attimo in cui ho concepita questa cosa l'ho fatta mia era un mio figlio, era una mia creatura che ho portato avanti ed è stato l’attimo più importante. Poi c’è stata la realizzazione che è stata la materializzazione di un qualche cosa che era già in me e poi naturalmente c'è anche il ricordo. 

venerdì 3 marzo 2017

El Capitan, La Parete Infinita


El Capitan è una parete alta 910 metri nel Il Parco nazionale di Yosemite in California.
Questo monolito di granito, uno dei più grandi di tutto il mondo, è una delle pareti più interessanti al mondo per gli scalatori (e base jumper) e domina la valle dello Yosemite da 100 milioni di anni.

Venne così chiamato dal Battaglione Mariposa che nel 1851 esplorò la valle. Corrisponde ad una approssimativa traduzione, in spagnolo, del termine usato dai nativi americani per indicare la parete.
La sommità è raggiungibile con un'escursione lungo un sentiero che costeggia le Yosemite Falls oppure scalando la parete, sono infatti presenti decine di vie di accesso con proprie denominazioni, ma tutte lunghe ed estremamente difficili.

El Capitan fu scalato per la prima volta alla fine degli anni '50. Il record di scalata attuale è di meno di 3 ore!

L'impressionante parete in una mia foto del 2004
Ed ecco un bellissimo video della parete (fonte wikimedia)


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