E anche quest'anno il nome della mugnaia era noto ben prima della proclamazione delle ore 21 del sabato sera.
Congratulazioni a Domenica Venditti, mugnaia del 2017
domenica 26 febbraio 2017
mercoledì 22 febbraio 2017
22 febbraio 1965: Walter Bonatti vince in solitaria la Nord del Cervino: un'impresa entrata nella leggenda
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foto tratta da http://www.direzioneverticale.it/walter-bonatti-addio-alpinismo-cervino.htm |
Oggi ricorre l'anniversario della scalata di Walter Bonatti alla parete Nord del Cervino, forse la più grande impresa di alpinismo in solitaria di ogni tempo.
Bonatti riuscì ad aprire in cinque giorni di scalata una nuova via in solitaria invernale sulla parete nord del Cervino, sommando così in un'unica scalata tre diversi exploit: la prima ascesa in solitaria della parete, la prima salita invernale della stessa e l'apertura di una nuova via.
Bonatti riuscì ad aprire in cinque giorni di scalata una nuova via in solitaria invernale sulla parete nord del Cervino, sommando così in un'unica scalata tre diversi exploit: la prima ascesa in solitaria della parete, la prima salita invernale della stessa e l'apertura di una nuova via.
La vicenda è nota ai più e non starò qui a ripetere i dettagli di quell'incredibile conquista, mi limito a ricordare come Walter, oltre ad essere stato (probabilmente con Messner) il più grande alpinista di ogni tempo, svetti tra i tanti campioni di questa disciplina per la coerenza e forza morale che lo hanno reso, al di là dei meriti sportivi, un grande esempio per tutti noi capace inoltre di lasciare un bel ricordo di sé in tutti noi che amiamo l'aria fine, i grandi orizzonti e la vertigine delle montagne.
Concludo segnalando un paio di articoli interessanti sull'argomento:
Walter Bonatti vince in solitaria la Nord del Cervino: un'impresa entrata nella leggenda
50 anni addio alpinismo Walter Bonatti – Addio alpinismo Cervino
martedì 21 febbraio 2017
Il Destino Delle Alpi
Oggi riprendo un articolo uscito su Le Scienze, dal titolo "Il destino delle Alpi: poca neve e inverni brevi", dove si riportano i risultati di uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori svizzeri.
Secondo quanto riportato entro il 2100, la copertura nevosa delle Alpi diminuirà di una percentuale variabile tra il 30 e il 70 per cento, a seconda di come procederà nei prossimi decenni il riscaldamento globale, e la stagione invernale si accorcerà di 15-30 giorni.
Lo rivela un nuovo studio climatologico svizzero, sottolineando il forte impatto di questo mutamento sulle attività turistiche che dipendono dagli sport invernali.
Lo studio si concentra sugli effetti economici del riscaldamento globale, si afferma infatti che la durata della stagione invernale tenderà sempre più ad accorciarsi: il suo inizio sarà infatti ritardato di un periodo tra due settimane e un mese. Per gli amanti degli sport invernali, ciò si tradurrebbe nell’impossibilità di praticare lo sci al di sotto dei 2500 metri di quota.
Mi vengono in mente i ragionamenti portati avanti dal consorzio Alplinks di cui ho già scritto in un precedente post.
venerdì 17 febbraio 2017
Pagaiando sul Kilauea
Molti conoscono la Chains of Craters Road, della Grande Isola di Hawaii.
la Chain of Craters road un tempo rappresentava l'ingresso costiero della costa per chi proveniva da sud-est lungo la route 130. I flussi lavici iniziati nel lontano 1986 chiusero parte della strada e pertanto oggi la strada è percorribile solo parzialmente fino all'Holei Sea Arch (un arco di roccia naturale alto 30 metri a picco sul mare). La cosa notevole è che la colata lavica è ancora in atto ed è possibile osservare la lava tuffarsi in mare.
Arrivando al termine della strada all'Holei Sea Arch, si possono ammirare le scogliere e i calanchi a picco sul mare, creati da una naturale primordiale, bella e terribile.
Da qui si può ammirare il tramonto in riva al mare per poter osservare il 'glow', il bagliore della lava che si butta nell'oceano;
Ma c'è ha fatto di peggio, anzi di meglio, e ha deciso di pagaiare direttamente verso il punto dove la lava si butta nel mare. Alcuni Kayaker hanno optato per una 'gita turistica' direttamente alle bocche del vulcano Kilauea.
Nel sito web del fotografo protagonista, Alexandre Socci, trovate alcune foto fantastiche!!:
Star Wars Episodio 8. L'Ultimo o Gli Ultimi?
Un argomento leggero per oggi: come si traduce in italiano il prossimo film di Guerre Stellari? Il titolo in lingua originale è Star Wars - The Last Jedi.
E nella lingua di Dante?
Jedi non ha plurale in inglese, pertanto sorge una domanda spontanea: quanti saranno questi ultimi Jedi? uno? Come dopo la morte di Yoda? O due, come i Sith?
Sembra che nel titolo italiano l'opzione vada per il plurale. E dunque eccolo il titolo per l'Italia: Gli Ultimi Jedi.
giovedì 16 febbraio 2017
Storico Carnevale di Ivrea
Ma l’atmosfera del carnevale l’ho respirata (nel vero senso della parola, un misto di arance e cacca di cavallo che ogni turista ricorda) fin da quando ero bambino e mio padre, impiegato e stella d’oro Olivetti, mi portava a vedere la Battaglia delle Arance.
Battaglia che poi ho ‘combattuto’ per anni in prima persona.
‘Combattere’ e ‘battaglia’ fa un poco ridere anche se molta gente qui la prende davvero sul serio.
Semel in anno licet insanire, ovvero una volta l'anno è lecito impazzire. Questo proverbio spesso legato alla celebrazione del carnevale, ricorda come ogni anno in questo periodo tutti sono autorizzati a non rispettare le convenzioni religiose e sociali, a comportarsi quasi come se fossero altre persone. Qui a Ivrea si dice spesso che durante il carnevale il padrone tiri arance con l’operaio, in un temporaneo annullamento dello status sociale, ma è solo apparenza in realtà le differenze rimangono nette, sono semplicemente travestite da carnevale, e anzi sono ingigantite. Questo non deve stupire, in fondo il carnevale storico è una trasposizione di eventi realmente accaduti, filtrati nel trascorrere dei secoli.
Ecco dunque che il popolo rimane a combattere nella pauta e l'intellighenzia continua a guardate tutti da cavallo. Eppure alcune figure mitiche della tradizione, stratificate dal trascorrere di diverse vicende, sono cambiate, diventando un ambito premio per chi ogni anno le reincarna:
Ecco dunque che il popolo rimane a combattere nella pauta e l'intellighenzia continua a guardate tutti da cavallo. Eppure alcune figure mitiche della tradizione, stratificate dal trascorrere di diverse vicende, sono cambiate, diventando un ambito premio per chi ogni anno le reincarna:
- Diventare Mugnaia significa assurgere ad un empireo degno di poche elette.
- Diventare Generale è un segno del proprio successo sociale.
Girando per il centro in questi giorni già si percepisce l’atmosfera carnevalesca: I colori delle bandiere e delle insegne, il profumo del vin brulé e il tanfo dei camioncini con le piattaforme aeree piazzati alla bell’e meglio per le vie, impiegati dagli aranceri per arrampicarsi su su fino in cielo ad appendere le nuove, sempre vecchie, insegne della propria squadra.
Scacchi, Picche, Arduini, Morte, Credendari, Mercenari, Diavoli, Pantere e, orgogliosi del proprio isolamento nel rione al di là del fiume, i Tuchini.
Riporto un video con riprese aeree realizzate con drone l'ultima domenica prima del carnevale. Le immagini sono suggestive, ma se non avete mai visto il carnevale di Ivrea sappiate che sono NULLA rispetto a quanto osserverete durante la battaglia delle arance.
Cosa aspettate a venire a Ivrea?
Riporto un video con riprese aeree realizzate con drone l'ultima domenica prima del carnevale. Le immagini sono suggestive, ma se non avete mai visto il carnevale di Ivrea sappiate che sono NULLA rispetto a quanto osserverete durante la battaglia delle arance.
Cosa aspettate a venire a Ivrea?
martedì 14 febbraio 2017
L'Era Atomica di Roberto Maiocchi
Un saggio divulgativo del 1993. Valida lettura che, senza eccessivi tecnicismi e preservando una certa accuratezza scientifica racconta i progressi della Fisica del XX secolo per lo sviluppo delle armi atomiche e i successivi sviluppi geopolitici fino al crollo del muro di Berlino.
Il saggio comprende sostanzialmente tre sezioni:
Nel complesso un buon saggio per una veloce comprensione degli sviluppi del secolo breve. Il libro, del 1993, appare oggi datato, ma nel complesso un buon saggio per una veloce comprensione degli sviluppi del secolo breve
Il saggio comprende sostanzialmente tre sezioni:
- Gli Inizi: con una descrizione degli sviluppi della Fisica Nucleare e della Meccanica Quantistica nei primi decenni del secolo,
- La Seconda Guerra Mondiale: lo sviluppo della Bomba Atomica durante il secondo conflitto mondiale e l'inizio dell'Era Atomica propriamente detta con la corsa alla super bomba,
- La Guerra Fredda: Le conseguenze politiche delle scelte in campo atomico delle due superpotenze durante la Guerra Fredda fino alla caduta del blocco orientale nel 1991.
Nel complesso un buon saggio per una veloce comprensione degli sviluppi del secolo breve. Il libro, del 1993, appare oggi datato, ma nel complesso un buon saggio per una veloce comprensione degli sviluppi del secolo breve
sabato 11 febbraio 2017
Val Soana - Il Santuario di San Besso - Mito e Tradizione
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Il santuario in estate (fonte pngp.it) |
Questo legame tra montagna, misticismo e religione mi ha sempre affascinato in quanto evidenzia come la religione non sia altro che l'attuale 'vestito' con cui la nostra civiltà risponde all'esigenza di infinito e trascendenza che ci caratterizza come animali pensanti.
La mia visione materialistica del mondo (intesa come interpretazione del mondo basata sulla realtà delle cose) cede il passo ad un misticismo legato alla grandezza della Natura. Per me, montanaro di origine e di attitudine, la Natura è soprattutto Montagna e osservare come i nostri monti siano caratterizzati da evidenti segni di come questo misticismo sia comune a molti di noi e perduri nei secoli crea sempre una grande meraviglia.
In Val Soana, la mia valle di origine, si trova un santuario dedicato ad un santo famoso nelle Alpi Occidentali. Il Santuario di San Besso si trova a quota 2000 metri, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, sopra Campiglia Soana.
La mia visione materialistica del mondo (intesa come interpretazione del mondo basata sulla realtà delle cose) cede il passo ad un misticismo legato alla grandezza della Natura. Per me, montanaro di origine e di attitudine, la Natura è soprattutto Montagna e osservare come i nostri monti siano caratterizzati da evidenti segni di come questo misticismo sia comune a molti di noi e perduri nei secoli crea sempre una grande meraviglia.
In Val Soana, la mia valle di origine, si trova un santuario dedicato ad un santo famoso nelle Alpi Occidentali. Il Santuario di San Besso si trova a quota 2000 metri, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, sopra Campiglia Soana.
L'attuale costruzione risale ad XVII secolo ed è raggiungibile da Campiglia in meno di un paio d'ore (un'escursione interessante e relativamente facile).
Il santuario è luogo di pellegrinaggio il 10 agosto. I pellegrini salgono dalla val Soana oppure dalla val di Cogne. Quest'ultima è un'escursione meno agevole che prevede di risalire da Lillaz verso il Vallone dell'Urtier quasi fino al Rifugio Sogno di Berdze per deviare poi verso i laghi di Miserino e proseguire fino al colle dell'Arietta per scendere infine in Val Soana.
Esiste anche una minoranza di pellegrini che proviene da Champorcher (sempre attraverso il colle dell'Arietta) dove si venera san Porzio (o Porciero), un altro martire pseudo-tebeo, che una leggenda vorrebbe compagno di fuga di San Besso. Il legame di Champorcher con la festa di San Besso è evidente anche in un'altra festa, quello della Madonna della Neve al Lago del Miserin che, non a caso credo, si festeggia nello stesso periodo (il 5 agosto).
Esiste anche una minoranza di pellegrini che proviene da Champorcher (sempre attraverso il colle dell'Arietta) dove si venera san Porzio (o Porciero), un altro martire pseudo-tebeo, che una leggenda vorrebbe compagno di fuga di San Besso. Il legame di Champorcher con la festa di San Besso è evidente anche in un'altra festa, quello della Madonna della Neve al Lago del Miserin che, non a caso credo, si festeggia nello stesso periodo (il 5 agosto).
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Una bella immagine del santuario di San Besso in inverno (Fonte: Gulliver.it) |
San Besso fu, secondo la tradizione, uno dei sopravvissuti alla decimazione imposta da Massimiano che si dispersero nelle zone alpine e che iniziarono una intensa opera di evangelizzazione dei montanari pagani.
La tradizione vuole che San Besso avesse fama di grande santo taumaturgo, autore di innumerevoli miracoli e protettore dei soldati contro i pericoli della guerra.
La speciale devozione verso il santo si esprime ancor oggi nella festa in suo onore celebrata il 10 agosto nel santuario dell'alta Val Soana,
Mi sono chiesto molte volte il perché di una tale devozione in queste valli che ho avuto modo di vedere con i miei occhi fin da piccolo.
In effetti alcuni studi antropologici evidenziano come al culto di San Besso sono legate antiche credenze profondamente radicate che risalgono a miti e leggende celtiche pre-cristiane. Una base antropologica dunque, che va oltre la 'semplice' religione e si lega all'amore per le proprie montagne.
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San Besso, in armatura da legionario (fonte katieking.it) |
In effetti alcuni studi antropologici evidenziano come al culto di San Besso sono legate antiche credenze profondamente radicate che risalgono a miti e leggende celtiche pre-cristiane. Una base antropologica dunque, che va oltre la 'semplice' religione e si lega all'amore per le proprie montagne.
Secondo queste antiche venerazioni legate a un momento di incontro tra popolazioni salasse-celtiche insediate nelle diverse vallate (Soana e Cogne) è caratterizzata dalla persistenza di un antico culto litico, ovvero legato ai presunti poteri magici e taumaturgici della roccia sacra di Besso che, con il sopravvento della religione cristiana, è stata sostituita dalla venerazione del santo, eppure il pellegrinaggio verso il luogo sacro perdura nel tempo e ancora oggi tra le popolazioni di Cogne e Campiglia rimane la tradizione dei poteri taumaturgici della roccia di Besso.
Il santuario di San Besso, inteso come luogo sacro per la manifestazione del divino è dunque da intendersi come connesso a eventi percepiti come magici (taumaturgici in questo caso) ben più antichi del santo stesso che è dunque da ritenersi come una semplice revisione cristiana di un mito celtico più antico.
Il santuario di San Besso, inteso come luogo sacro per la manifestazione del divino è dunque da intendersi come connesso a eventi percepiti come magici (taumaturgici in questo caso) ben più antichi del santo stesso che è dunque da ritenersi come una semplice revisione cristiana di un mito celtico più antico.
venerdì 10 febbraio 2017
Walking with Dinosaurs
Lo spettacolo dei dinosauri dal vivo al Palaolimpico di Torino, 23 marzo 2013.
Per bambini dai 4 ai 99 anni (quelli più piccoli potrebbero spaventarsi per le scene e per i rumori e le luci molto forti).
Ecco alcune foto.
giovedì 9 febbraio 2017
La Madonna delle Nevi al Lago Miserin - Mito e Tradizione
Le feste religiose sulle Alpi mi hanno sempre affascinato per il loro significato sociale: si tratta spesso di tradizioni vecchie di millenni che affondano le loro radici in un substrato precristiano, a cui la religione cristiana sovrappose i propri culti; Solo cosi si può spiegare il loro impatto sulle popolazioni delle Alpi.
Penso in particolare a due celebrazione molto sentite in Alto Piemonte (Canavese) e Valle d'Aosta, quella di San Besso in Val Soana (ne parlo in un post dedicato) che secondo la tradizione celebra Besso un centurione romano diventato cristiano (la sua iconografia lo ritrae con la lorica degli eserciti romani) e quella della Madonna delle Nevi al Lago Miserin, legata ad un altro santo, ex soldato della legione Tebea, San Porzio.
La tradizione vuole che Besso e Porzio, dopo essere scampati al massacro della legione Tebea nel Vallese, fuggirono verso la Val d'Aosta, ove si separarono: Besso si spostò in Val Soana e Porzio (o Porciero) si stabilì nell’alta valle di Champorcher dove visse di pastorizia ed evangelizzò la popolazione locale.
La leggenda vuole che Porzio scolpisse una piccola statua della Madonna mettendola al riparo in una nicchia vicino al lago, che divenne subito una meta di pellegrinaggi e sede di una prima cappella ripetutamente ingrandita e ricostruita nei secoli.
Come nel caso di San Besso, si possono ritrovare anche qui le radici precristiane legate alle presunte proprietà magiche del luogo, anche se sono meno evidenti.
La tradizione narra infatti che tra il 1630 e il 1636, quando la peste stava devastando la valle d’Aosta, gli abitanti di Champorcher fecero voto di costruire una cappella vicino al lago Miserin e di recarvisi ogni anno in processione. Champorcher fu in effetti graziata dal terribile morbo e gli abitanti rispettarono il proprio voto: la cappella-santuario fu benedetta nel 1658 e successivamente distrutta e ricostruita più volte, L’attuale Santuario fu costruito nel 1881 sulle rovine del precedente Santuario che risale al 1658.
Alla commemorazione, che avviene il 5 di agosto, partecipano numerosi pellegrini, provenienti anche dalla Valle di Cogne (attraverso il Col Finestra), dalla Val Soana (dal colle dell'Arietta e dal Col Laris) e da Fénis, tutte località che nel passato intrattenevano costanti relazioni con Champorcher attraverso i colli di alta montagna che mettono in comunicazione queste valli.
Penso in particolare a due celebrazione molto sentite in Alto Piemonte (Canavese) e Valle d'Aosta, quella di San Besso in Val Soana (ne parlo in un post dedicato) che secondo la tradizione celebra Besso un centurione romano diventato cristiano (la sua iconografia lo ritrae con la lorica degli eserciti romani) e quella della Madonna delle Nevi al Lago Miserin, legata ad un altro santo, ex soldato della legione Tebea, San Porzio.
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I luoghi 'sacri' di San Besso e del Lago Miserin, un vero punto d'incontro per le antiche popolazioni salasse e celtiche |
Il Lago Miserin |
La leggenda vuole che Porzio scolpisse una piccola statua della Madonna mettendola al riparo in una nicchia vicino al lago, che divenne subito una meta di pellegrinaggi e sede di una prima cappella ripetutamente ingrandita e ricostruita nei secoli.
Come nel caso di San Besso, si possono ritrovare anche qui le radici precristiane legate alle presunte proprietà magiche del luogo, anche se sono meno evidenti.
La tradizione narra infatti che tra il 1630 e il 1636, quando la peste stava devastando la valle d’Aosta, gli abitanti di Champorcher fecero voto di costruire una cappella vicino al lago Miserin e di recarvisi ogni anno in processione. Champorcher fu in effetti graziata dal terribile morbo e gli abitanti rispettarono il proprio voto: la cappella-santuario fu benedetta nel 1658 e successivamente distrutta e ricostruita più volte, L’attuale Santuario fu costruito nel 1881 sulle rovine del precedente Santuario che risale al 1658.
Alla commemorazione, che avviene il 5 di agosto, partecipano numerosi pellegrini, provenienti anche dalla Valle di Cogne (attraverso il Col Finestra), dalla Val Soana (dal colle dell'Arietta e dal Col Laris) e da Fénis, tutte località che nel passato intrattenevano costanti relazioni con Champorcher attraverso i colli di alta montagna che mettono in comunicazione queste valli.
mercoledì 8 febbraio 2017
Una Nazione di Piagnoni?
"Non si può fare"
"Non ci sono i soldi"
"Stamo co' e pezze ar culo"
"Tanto rubano tutto"
"Ci sono cose più urgenti da fare"
"Tanto con ce la faremo mai"
Siamo diventati la nazione del rassegnato lamento e del pessimismo qualunquistico.
B A S T A P I A G N I S T E I ! ! ! ! ! ! !
Non lasciamo che i profeti di sventura (che sguazzano felici in questa palude di malcontento, perseguendo i propri interessi sulla nostra pelle) ci condizionino in negativo.
Un poco di realistico ottimismo aiuta: se guardate oltre il buio, ecco che la luce si profila fioca all'orizzonte.
Un poco di realistico ottimismo aiuta: se guardate oltre il buio, ecco che la luce si profila fioca all'orizzonte.
Il più delle volte, perlomeno.
martedì 7 febbraio 2017
Alplinks, Sette Domande
Il previsto collegamento in funivia tra il Colle Cime Bianche e Frachey per unire il comprensorio di Cervinia-Zermatt con quello del MonterosaSki (Ayas-Gressoney-Alagna) è ormai ai nastri di partenza: il progetto è stato definito. Rimane lo scoglio del finanziamento sul quale il consiglio regionale della Valle d'Aosta esprimerà a breve il proprio giudizio.
Io ho alcune domande e perplessità sul progetto, eccole elencate per punti:
- I costi: si parla di 60/65 milioni di euro per la realizzazione di un doppio tratto funiviario di tipo 3S (a tripla fune, con doppio cavo portante e uno traente) che trasporterà fino a 6000 persone l'ora collegando Colle Cime Bianche a Frachey. Non ho ovviamente argomenti per contestare questa stima, ma il dubbio rimane: Il budget di spesa sarà rispettato?
- Le opportunità di un tale collegamento: Per chi arriva in valle da fuori regione salire a Frachey invece che a Cervinia comporta un risparmio di 12 km, non esiste il rischio che Frachey si trasformi in parcheggio per chi vuole salire a Cime Bianche o Cervinia?
- L'impatto su Cervinia: si discute di come il progetto sia un'opportunità per aumentare l'appeal della regione valle d'Aosta, in particolare per Cervinia. In ragione del punto precedente non esiste il rischio che Cervinia sia invece svalutata da tale collegamento? In fondo si tratta di una delle cittadine alpine più brutte che io conosca e che vive della sua posizione rispetto al Cervino e alle piste da discesa e non ha, oggettivamente, molto di più da offrire, sopratutto in inverno. La possibilità di salire al Cervino per un percorso alternativo non potrebbe avere impatto negativo sulla cittadina?
- L'impatto sulla Valtournenche: quali saranno gli impatti sulle stazioni minori della Valtournenche? mi riferisco a Torgnon e Chamois con le loro belle piste.
- L'impatto del doppio tratto funiviario sul Vallone di Courtod: il progetto è mastodontico con un pilone installato ogni chilometro per coprire il tratto Frachey - Colle Cime Bianche, in una delle aree più incontaminate della Val d'Ayas.
- Una pista di rientro? non ho capito se il progetto contempla anche delle piste nel vallone di Courtod, che comporterebbe uno scempio della valle, con grave danno anche economico sull'escursionismo estivo
- L'esempio di Zermatt: Località piccola con appeal molto superiore a quello di Cervinia. A Zermatt non si sale in auto, i collegamenti sono solo via treno. A Zermatt si trova un bel museo del Cervino ed un sacco di attrattive che mancano a Cervinia. Perchè non trarre spunto dagli svizzeri?
venerdì 3 febbraio 2017
Alplinks, "Le opportunità non hanno confini" (e la montagna?)
Oggi voglio spendere due parole su un progetto controverso che sta prendendo piede nella mia valle di adozione.
Mi riferisco al progetto Alplinks che prevede la creazione di un grande comprensorio turistico/sciistico, con estensione degli attuali collegamenti in funivia per interconnettere gli impianti in Val d'Ayas con quelli in Valtournenche.
Con questo nuovo collegamento nascerebbe dunque un unico comprensorio sciistico transfrontaliero di oltre 500 Km (si dice 549) che andrebbe ad unire gli attuali comprensori di Zermatt e Valtournenche con quello della Val d’Ayas, già collegato con il Monterosa Ski (Gressoney) e con Alagna Valsesia.
Dal Matterhorn/Cervino al Monterosa dunque. Nasce il terzo polo sciistico mondiale si dice.
Non voglio porre l’accento sui costi (50/60 milioni si dice, una cifra che una valle ricca può senz’altro permettersi), ma sugli impatti sulle valli.
Gli interessi in gioco sono notevoli e i partner del progetto parecchi (in Italia i comuni della Valtournenche e quelli di Ayas e Gressoney La Trinite' e Gressoney Saint Jean, e Alagna in Valsesia, oltre a Zermatt per la Svizzera). Si parla di creazione di una società ad hoc (una "New Co") con partecipazione dei partner coinvolti (Zermatt, Cervinia, Monterosa).
Il concetto di base è semplice (e pure condivisibile): in un contesto di mutamento climatico evidente e dove ulteriori mutamenti sono attesi nei prossimi decenni come è possibile continuare a mantenere attiva e proficua l’industria del turismo invernale legata allo sci da discesa? Semplice: andando sempre più in alto (in quota). Il che implica estendere l’area coinvolta creando un unico comprensorio Zermatt-Valtournenche-Val d’Ayas-Lys e finanche la Valsesia.
Lo scenario è dunque quello indicato nella figura:
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Lo scenario di collegamento inter-vallivo di riferimento. In rosso il collegamento che si intende realizzare per collegare la Val d'Ayas con la Valtournenche. Fonte: "Analisi delle condizioni nivo-glacio-meteorologiche (Pdf)" disponibile al sito alplinks2014.it |
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Un altro dettaglio dell'area (fonte: La Stampa) |
Il progetto prevede un collegamento in funivia dal colle Cime Bianche (in Valtournenche) fino a Frachey, in Val d'Ayas per innestarsi all'esistente collegamento che unisce le valli Ayas-Lys-Sesia.
Il progetto è di una funivia di ben otto chilometri divisa in due tronconi di 4 km lungo il vallone del Courtod che ora ha soltanto pascoli, alpeggi, morene, laghi, lingue glaciali e picchi. La funivia sarebbe del tipo 3S (trifune) quella in grado di trasportare fino a 35 persone su ciascuna gondola (capienza oraria di circa 6000 persone, come riportato sul sito dell'azienda Leitner). La stazione intermedia è necessaria perché le campate non possono superare i 4 chilometri. Nella parte alta del Courtod, verso il Colle Superiore delle Cime Bianche sarebbero costruiti quattro piloni.
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La stazione di monte della funivia del tipo 3S di Kitzbuehel (Fonte skiforum.it). Sul Courtod potremmo aspettarci qualcosa di simile? |
Per lo sciatore casuale può darsi (si passerebbe la giornata in funivia, che sciata!), ma a mio avviso uno sviluppo sostenibile mal si adatta agli interessi in gioco che sono notevoli e molteplici (e sbandierati ai locali a cui è stato sottoposto il processo...)
Senza essere necessariamente dei NIMB, mi viene da pensare agli impatti sul tratto tra Frachey e Cime Bianche. Non una scelta semplice, specie se, come personalmente temo accadrà, alla funivia sarà associata una pista che dovrebbe essere realizzata sventrando il vallone.
E i tempi?
sembrano maturi purtroppo, nei primi mesi del 2017 è prevista da parte della giunta regionale una relazione sulla situazione tecnico, economica e finanziaria sulla proposta di collegamento indicata. Se tutto 'procede' nell'inverno 2020 avremo una nuova 'opportunità'!
Personalmente ho un sacco di dubbi e alcune domande sulle conseguenze del progetto, ne parlo in un articolo dedicato.
giovedì 2 febbraio 2017
Ancora sulla Caccia al Lupo
Buone notizie sul fronte lupo!
Pare proprio che il lupo possa dormire sonni tranquilli. Secondo le ultime notizie che arrivano dagli organi di stampa è stata rinviata la decisione della Conferenza Stato Regioni.
Questa mattina il leader dei governatori, Stefano Bonaccini (Presidente della Regione Emilia-Romagna nonché Presidente della Conferenza delle Regioni.), ha incontrato una delegazione delle associazioni degli ambientalisti e degli animalisti contrari al piano.
Sta emergendo la volontà di rinviare l'approvazione del piano sugli abbattimenti programmati dei lupi, come già anticipato nei giorni scorsi quando Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, si era schierato per il no alla caccia.
mercoledì 1 febbraio 2017
Impeachment per Trump?
Per ora solo un titolo provocatorio, eppure mi domando quanto possa durare questo presidente....
....ci sarebbe da scommettere qualche pence che non arriva a fine mandato.
Anzi un Pence.
Caccia al lupo, per ora no in Piemonte
Ecco cosa ha scritto ieri Sergio Chiamparino, Presidente della Regione Piemonte, circa la delibera sul piano di protezione e gestione del lupo:
"Poco fa ho incontrato alcuni rappresentati dei comitati a difesa del #lupo, che da giorni chiedono la revisione del Piano per la conservazione e gestione del lupo in Italia, la cui approvazione era inizialmente prevista per il 2 febbraio. Il nostro assessore all'Ambiente Alberto Valmaggia mi ha poi informato che dopo lunga discussione il documento è stato approvato, salvo il punto relativo all'abbattimento selettivo dei lupi, che sarà oggetto di un approfondimento politico nelle prossime settimane. Personalmente ritengo che, compatibilmente con le esigenze di sicurezza delle nostre comunità, i lupi siano un patrimonio naturale e anche culturale di tutto il paese, e come tali vadano protetti e salvaguardati."
"Poco fa ho incontrato alcuni rappresentati dei comitati a difesa del #lupo, che da giorni chiedono la revisione del Piano per la conservazione e gestione del lupo in Italia, la cui approvazione era inizialmente prevista per il 2 febbraio. Il nostro assessore all'Ambiente Alberto Valmaggia mi ha poi informato che dopo lunga discussione il documento è stato approvato, salvo il punto relativo all'abbattimento selettivo dei lupi, che sarà oggetto di un approfondimento politico nelle prossime settimane. Personalmente ritengo che, compatibilmente con le esigenze di sicurezza delle nostre comunità, i lupi siano un patrimonio naturale e anche culturale di tutto il paese, e come tali vadano protetti e salvaguardati."
In Piemonte la caccia al lupo rimarrà dunque, per il momento, un vile atto di bracconaggio.
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