martedì 31 ottobre 2017

Il Grande Incendio di Yellowstone del 1988


Le immagini di questi giorni sugli incendi nel mio Canavese e nel resto del Piemonte creano tristezza e rabbia.
Preferisco non pensare alle cause che hanno portato a questi incendi - io non ho paura degli incendi dolosi, ma temo l'incuria, la stupidità e l'indifferenza dei molti che frequentano montagne e boschi lasciando rifiuti di ogni genere e di certo trascurando gli effetti di fiamme libere o di fuochi di sterpaglie lasciati senza controllo - e voglio pensare a quanto accadde nel 1988 nel Parco di Yellowstone, negli Stati Uniti.

L'incendio ebbe inizio per cause naturali nel mese di giugno 1988 e si protrasse per settimane e mesi. Quella fu l’estate più secca da oltre un secolo e i venti impetuosi alimentarono gli incendi che si propagarono in maniera incontrollata.
Le autorità del parco presero una decisione drastica: lasciar fare alla Natura, limitandosi a proteggere i pochi esseri umani, mentre gli animali dovettero cavarsela da soli. 

Quell'incendio durò per due interminabili mesi e fu il più grave nella storia del parco: andarono in fumo 3200 Km quadrati di foreste, pari al 36% dell'intero parco.
3200 Kmq sono un'area enorme, sono 320mila ettari, un paio di ordini di grandezza più grandi degli incendi in Piemonte in questo ottobre 2017.

Ma quell'incendio ebbe grandi effetti: cambiò le regole sul controllo del parco e ringiovanì il parco stesso che, come una fenice, rinacque più forte e rigoglioso.

Vorrei che questo capitasse anche sulle nostre montagne, sperando che non sia solamente una pia illusione.

(L'immagine in alto non è mia, è tratta dal web ed è stata scattata nell'ottobre del 2017 a Mompantero in Valsusa)



lunedì 30 ottobre 2017

Parco Naturale del Mont Avic - Salita al Rifugio Barbustel da Champorcher passando dal Col de La Croix


Una bella variante della salita al Rifugio Barbustel già indicata in questo mio post.
Da Hône si sale lungo la Valle di Champorcher fino al capoluogo. Arrivati a Champorcher (quota 1400 m) proseguire svoltando a destra verso Dondenaz. Si sale su strada asfaltata per raggiungere dopo circa 3,5 km le frazioni Petit e Grand Mont Blanc. Superatele si prosegue per un altro Km fino al sentiero che porta al lago Muffé, dove si arriva dopo una mezzora di camminata.

Si sale al Lago Muffé e si prosegue verso il colle de la Croix seguendo il sentiero 10C, dopo circa venti minuti si arriva ad un bivio dove si svolta a destra proseguendo sul sentiero 102.

Il sentiero prosegue fino a incontrare un paio di laghetti ormai riempiti di torba, molto suggestivi.
Proseguendo sulla destra salirete verso la Cima Piana, come descritto in questo mio altro posto, svoltando invece a sinistra arriverete fino al Col de La Croix da dove scenderete lungo il sentiero 10C fino ad incrociare il sentiero 5, qui potrete salire verso il rifugio Barbustel (in 5 minuti) o scendere verso Covarey.

Di sotto alcune foto e la mappa.

Buona escursione!







venerdì 13 ottobre 2017

The Collapsing Empire/ Il Collasso dell'Impero di John Scalzi


 


Il nuovo libro del mio amico John.
Ed è l'inizio di una nuova space opera!

The Collapsing Empire è infatti il primo libro di una x-logia (con x maggiore o uguale a 2), a cui seguirà (la data di pubblicazione è 16 ottobre 2018, dovete essere dei padawan pazienti!) The Consuming Fire.

Millenni nel futuro, l'umanità ha colonizzato molti mondi distanti tra loro decine o anche centinaia di anni luce.

Il livello tecnologico raggiunto è altissimo eppure la velocità della luce rimane una barriera invalicabile. Per viaggiare tra i sistemi stellari si usa il Flusso, una sorta di marea trans-dimensionale (l'autore evita accuratamente ogni descrizione dettagliata sulla fisica del flusso, limitandosi a trattarla come un qualcosa di esoterico sulla cui comprensione anche i 'fisici del Flusso' litigano tra loro). Per viaggiare tra le colonie umane bisogna cavalcare il Flusso, una immensa ragnatela cosmica che collega alcuni sistemi stellari tra di loro. Le colonie umane si sono sviluppate lungo gli snodi, come remote città nel deserto collegate da un grande fiume.
E non finisce qui: in tutta la sfera di influenza umana ci sono solo 2 mondi terrestri abitabili, la vecchia e inquinata Terra, ormai irraggiungibile dopo un cambio di direzione del flusso e un altro pianeta chiamato Fine (End, viva la fantasia! John sei il solito buontempone) che rappresenta il punto dove termina il flusso.

Tutte le altre colonie umane sono state costituite su pianeti ostili. Miliardi di essere umani vivono in immensi habitat sotterranei o su gigantesche stazioni spaziali, collegate ai pianeti tramite ascensori spaziali.
Questi mondi non sono autosufficienti, ma dipendono l'uno dall'altro. L'Impero si chiama infatti l'Interdipendenza ed è governato da un imperatore, un Imperox, che gestisce un delicato equilibrio tra una serie di litigiose gilde mercantili in lotta tra loro che regolano e lucrano sul traffico tra i vari sistemi.

Eppure il flusso non è eterno, come la perdita della Terra avvenuta millenni prima ha dimostrato e ora si sta 'seccando' come una foglia in autunno!

Una trama complessa che l'Autore, tesse poco a poco, con personaggi accattivanti, una prosa brillante e tanta ironia (e turpiloquio) condita, novità!, con un poco di sesso.
Un libro 'alla Scalzi' quindi, moderno nella sua impostazione e di gradevole lettura, come sempre accade per questo autore.

Dimenticavo: questa è un'opera di SF per femmine! le principali eroine (e antieroine) sono infatti tutte donne e sono tutte in gamba e disinibite.
Buona lettura!

Ecco infine la copertina del seuqel che, come ho scritto, uscirà il 16 ottobre


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