mercoledì 1 novembre 2017

La Favola di Marchionne sulle Auto Elettriche


Mi hanno fatto sorridere amaramente le parole di Marchionne, pronunciate qualche settimana fa, sull'effettiva efficacia delle auto elettriche come soluzione futura e futuribile per la riduzione dell'inquinamento atmosferico.
Secondo il famoso capitano d'industria (riprendo le sue parole riportate da Il Sole 24 Ore, dal medesimo sito ho anche copiato la foto in alto):

«Prima di pensare che i veicoli elettrici siano la soluzione, dobbiamo considerare tutto il ciclo di vita di queste vetture, infatti le emissioni di un'auto elettrica, quando l'energia è prodotta da combustibili fossili, sono equivalenti a quelli di un altro tipo di auto [..] le auto elettriche sono «un'arma a doppio taglio».

Una affermazione incauta e opinabile: la produzione di energia elettrica è solo in parte legata a combustibili fossili (circa il 60-70% in Italia) , ma anche ad altre fonti rinnovabili o comunque meno inquinanti e potremmo comunque cercare di migliorare e di sognare un domani migliore per queste tecnologie.
Contesto a questo signore l'ipocrisia di fondo: innovativi e sognatori quando conviene, ma estremamente conservatori dove interessa alla propria azienda.

Le auto elettriche agiscono in termini di polveri sottili e di emissioni nelle grandi città. Rimane la questione di come produrle, come alimentarle e come smaltirle. Per la produzione, si fa una batteria invece di un motore. Ci sono molti meno pezzi, ce n'è uno assemblato, e meno trasporti collegati. Per alimentarla occorrono centrali, in questo però le emissioni di una centrale si possono controllare meglio delle emissioni di milioni di auto individuali. poi bisogna smaltirle, e qui sarà un altro paio di maniche. Ma sono le maniche che abbiamo usato negli ultimi 100 anni, e si troverà un modo.
In sé credo che le auto elettriche inquinino meno. Certo non sono le case automobilistiche che innovano su una tecnologia rivoluzionaria, ma sono loro che possono prendere una tecnologia e creare un prodotto valido per usarla.

Va ricordato che comunque l'industria matura non è innovativa, cerca di mungere tutto il latte possibile. Poi arriva un'industria innovativa, e se il suo business model ha successo, immediatamente spiazza il passato.
C'è un grosso problema nel numero di case automobilistiche europee: due grosse in Francia, 5 in Germania. 1 in Spagna. Ci illudiamo che questo sistema, che si nutre di sé stesso, possa continuare a stare in piedi da solo. Invece stiamo ritardando tutto il nostro adattamento a queste attività.
E quando l'innovazione arriverà, o tutte queste case lavoreranno di concerto per portare una grossa innovazione nel mondo, o saranno spazzate via. Ma il cambiamento non è remunerativo a breve e nessun finanziatore europeo è disposto a finanziarlo.

Inoltre il concetto di 'energia elettrica prodotta che comunque inquina' - oltre a essere scientificamente errato - fa riferimento alle sole auto elettriche a batteria. 
Nel caso di un'automobile a fuel cell non ci sono batterie, ma celle di combustibile che consumano idrogeno e producono acqua (!).

L'impiego di celle a combustibile per auto è una tecnologia, che io sappia, non ancora economicamente matura e conveniente per i problemi legati all'immagazzinamento dell'idrogeno, non impiegabile in forma gassosa per i problemi pratici di stoccaggio di un gas molto pericoloso (la tragedia dell'Hinderburg la conosciamo tutti).
Si possono usare metodi di sinterizzazione che consentono di trasportare idrogeno in forma solida (come sali di idrogeno, idruri) che lo rendono totalmente sicuro.

Il problema sono i costi ancora troppo alti, ma comunque potenzialmente riducibili con economie di scala.


martedì 31 ottobre 2017

Il Grande Incendio di Yellowstone del 1988


Le immagini di questi giorni sugli incendi nel mio Canavese e nel resto del Piemonte creano tristezza e rabbia.
Preferisco non pensare alle cause che hanno portato a questi incendi - io non ho paura degli incendi dolosi, ma temo l'incuria, la stupidità e l'indifferenza dei molti che frequentano montagne e boschi lasciando rifiuti di ogni genere e di certo trascurando gli effetti di fiamme libere o di fuochi di sterpaglie lasciati senza controllo - e voglio pensare a quanto accadde nel 1988 nel Parco di Yellowstone, negli Stati Uniti.

L'incendio ebbe inizio per cause naturali nel mese di giugno 1988 e si protrasse per settimane e mesi. Quella fu l’estate più secca da oltre un secolo e i venti impetuosi alimentarono gli incendi che si propagarono in maniera incontrollata.
Le autorità del parco presero una decisione drastica: lasciar fare alla Natura, limitandosi a proteggere i pochi esseri umani, mentre gli animali dovettero cavarsela da soli. 

Quell'incendio durò per due interminabili mesi e fu il più grave nella storia del parco: andarono in fumo 3200 Km quadrati di foreste, pari al 36% dell'intero parco.
3200 Kmq sono un'area enorme, sono 320mila ettari, un paio di ordini di grandezza più grandi degli incendi in Piemonte in questo ottobre 2017.

Ma quell'incendio ebbe grandi effetti: cambiò le regole sul controllo del parco e ringiovanì il parco stesso che, come una fenice, rinacque più forte e rigoglioso.

Vorrei che questo capitasse anche sulle nostre montagne, sperando che non sia solamente una pia illusione.

(L'immagine in alto non è mia, è tratta dal web ed è stata scattata nell'ottobre del 2017 a Mompantero in Valsusa)



lunedì 30 ottobre 2017

Parco Naturale del Mont Avic - Salita al Rifugio Barbustel da Champorcher passando dal Col de La Croix


Una bella variante della salita al Rifugio Barbustel già indicata in questo mio post.
Da Hône si sale lungo la Valle di Champorcher fino al capoluogo. Arrivati a Champorcher (quota 1400 m) proseguire svoltando a destra verso Dondenaz. Si sale su strada asfaltata per raggiungere dopo circa 3,5 km le frazioni Petit e Grand Mont Blanc. Superatele si prosegue per un altro Km fino al sentiero che porta al lago Muffé, dove si arriva dopo una mezzora di camminata.

Si sale al Lago Muffé e si prosegue verso il colle de la Croix seguendo il sentiero 10C, dopo circa venti minuti si arriva ad un bivio dove si svolta a destra proseguendo sul sentiero 102.

Il sentiero prosegue fino a incontrare un paio di laghetti ormai riempiti di torba, molto suggestivi.
Proseguendo sulla destra salirete verso la Cima Piana, come descritto in questo mio altro posto, svoltando invece a sinistra arriverete fino al Col de La Croix da dove scenderete lungo il sentiero 10C fino ad incrociare il sentiero 5, qui potrete salire verso il rifugio Barbustel (in 5 minuti) o scendere verso Covarey.

Di sotto alcune foto e la mappa.

Buona escursione!







venerdì 13 ottobre 2017

The Collapsing Empire/ Il Collasso dell'Impero di John Scalzi


 


Il nuovo libro del mio amico John.
Ed è l'inizio di una nuova space opera!

The Collapsing Empire è infatti il primo libro di una x-logia (con x maggiore o uguale a 2), a cui seguirà (la data di pubblicazione è 16 ottobre 2018, dovete essere dei padawan pazienti!) The Consuming Fire.

Millenni nel futuro, l'umanità ha colonizzato molti mondi distanti tra loro decine o anche centinaia di anni luce.

Il livello tecnologico raggiunto è altissimo eppure la velocità della luce rimane una barriera invalicabile. Per viaggiare tra i sistemi stellari si usa il Flusso, una sorta di marea trans-dimensionale (l'autore evita accuratamente ogni descrizione dettagliata sulla fisica del flusso, limitandosi a trattarla come un qualcosa di esoterico sulla cui comprensione anche i 'fisici del Flusso' litigano tra loro). Per viaggiare tra le colonie umane bisogna cavalcare il Flusso, una immensa ragnatela cosmica che collega alcuni sistemi stellari tra di loro. Le colonie umane si sono sviluppate lungo gli snodi, come remote città nel deserto collegate da un grande fiume.
E non finisce qui: in tutta la sfera di influenza umana ci sono solo 2 mondi terrestri abitabili, la vecchia e inquinata Terra, ormai irraggiungibile dopo un cambio di direzione del flusso e un altro pianeta chiamato Fine (End, viva la fantasia! John sei il solito buontempone) che rappresenta il punto dove termina il flusso.

Tutte le altre colonie umane sono state costituite su pianeti ostili. Miliardi di essere umani vivono in immensi habitat sotterranei o su gigantesche stazioni spaziali, collegate ai pianeti tramite ascensori spaziali.
Questi mondi non sono autosufficienti, ma dipendono l'uno dall'altro. L'Impero si chiama infatti l'Interdipendenza ed è governato da un imperatore, un Imperox, che gestisce un delicato equilibrio tra una serie di litigiose gilde mercantili in lotta tra loro che regolano e lucrano sul traffico tra i vari sistemi.

Eppure il flusso non è eterno, come la perdita della Terra avvenuta millenni prima ha dimostrato e ora si sta 'seccando' come una foglia in autunno!

Una trama complessa che l'Autore, tesse poco a poco, con personaggi accattivanti, una prosa brillante e tanta ironia (e turpiloquio) condita, novità!, con un poco di sesso.
Un libro 'alla Scalzi' quindi, moderno nella sua impostazione e di gradevole lettura, come sempre accade per questo autore.

Dimenticavo: questa è un'opera di SF per femmine! le principali eroine (e antieroine) sono infatti tutte donne e sono tutte in gamba e disinibite.
Buona lettura!

Ecco infine la copertina del seuqel che, come ho scritto, uscirà il 16 ottobre


martedì 29 agosto 2017

Parco Naturale del Mont Avic - Da Covarey al Rifugio Barbustel


Difficoltà: media, su un terreno a tratti abbastanza impegnativo, il tratto sul sentiero 4 da quota 2000 m è esposto e panoramico
Dislivello: circa 1000 m, la salita dura circa 2.5-3 ore


Bella escursione in un circuito ad anello in un paesaggio molto suggestivo.
L'anello può essere percorso nei due sensi senza evidenti difficoltà. La mia scelta prevede la salita dal sentiero 5C e la discesa dal sentiero 4 ed è, a mio modesto giudizio, più rapida.

Dalla frazione Veulla, dove termina la strada regionale che sale da Champdepraz, si parcheggia (attenzione ai parcheggi, l'area a pagamento libero è 300 m più in basso nell'area camper) e si imbocca a piedi la strada poderale che porta fino alle località Magazzino e Serva Désot
Dall‘alpeggio si sale sul sentiero 5C sulla sinistra che, attraversato un bel bosco di conifere, immette sul pianoro del lago di Serva. Costeggiando il lago si sale lungo il sentiero (sempre il 5C) fino all‘alpe Cousse. I sentieri sono indicati chiaramente e proseguendo sui panettoni di roccia si arriva rifugio Barbustel, lasciandosi alla propria destra il Lac Blanc.

La discesa avviene lungo il sentiero 4 (le indicazioni sono anche qui chiare e facili da seguire), costeggiando inizialmente il suggestivo lago Vallette. Dopo essersi lasciate alle spalle il bivio per il Col de la Croix si scende lentamente su un bel sentiero panoramico, a tratti aereo, ma comunque ben protetto.

La discesa prosegue fino al lago Leser per scendere lentamente, sempre sul sentiero 4, fino a valle dove si incontra una strada poderale che, dopo aver riattraversato il torrente consete con una piccola risalita di tornare al parcheggio.




domenica 16 luglio 2017

Alamogordo - 72 anni fa

Sono passati 72 anni dal famoso, e sinistro, Test Trinity.
Il test Trinity avvenne negli Stati Uniti, nello stato del Nuovo Messico, il 16 luglio 1945. Per esigenze di segretezza la località scelta per la detonazione fu un poligono segreto nei pressi della cittadina di Alamogordo.

Ne parlo in dettaglio in questo post, buona lettura!

venerdì 14 luglio 2017

Anniversari: La Conquista del Cervino - 14 Luglio 1865


Il 14 luglio 1865 la cordata di Edward Whymper raggiunse la cima del Cervino partendo da Zermatt.
Whymper precedette di poche ore la cordata italiana guidata da Jean-Antoine Carrel.
Segnalo un bel video che riassume la conquista del Cervino.

giovedì 23 marzo 2017

La Cattedrale di Elgin, I Pilastri della Terra


Oggi scrivo di una amena località scozzese, Elgin, nella Scozia nord orientale tra Inverness e Aberdeen. Elgin è la capitale del whisky scozzese qui infatti la principale attività è la produzione del celebre liquore, grazie alle numerose distillerie che si trovano nell'area dello Speyside. 


Un must-see di Elgin è la celebre cattedrale diroccata: Nel 1390 Alessandro Stuart, figlio illegittimo del re, saccheggiò le città di Elgin e la incendiò, causando alla cattedrale danni tali da richiedere la completa ricostruzione del timpano occidentale, degli archi della navata, della torre centrale e del capitolo.

Nei primi anni della Riforma protestante la cattedrale non subì danni; venne però spogliata quasi interamente nel 1567. Nel 1630 crollò il tetto principale e nel corso dei due secoli successivi le pietre della chiesa vennero riciclate come materiale da costruzione, trasformando in un mero guscio vuoto quella che un tempo era stata chiamata la 'Lanterna del Nord'.













mercoledì 22 marzo 2017

Vaccini (e Imbecilli su Facebook)

Una delle tante immagini con false informazioni che circolano su Facebook sui vaccini. Questa, per fortuna, è ironica (fonte: IL POLEMISTA MISTERIOSO) 

Ho già scritto, in un post dal titolo eloquente - I 28 anni di Internet (e gli imbecilli su Facebook) - di come i social network ci stiano trasformando in una massa di beoti creduloni dove ad essere sacrificato è lo spirito critico, immolato sull'altare dei 'fatti alternativi' (Trump dixit!)

Un esempio di come la realtà dei fatti sia piegata alle realtà alternative è quella dei vaccini e della loro presunta pericolosità.
Cito qui il bell'articolo de L'amaca di Michele Serra del 21 Marzo:
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LA FRONDA anti-vaccini, nonostante ogni controdeduzione scientifica e statistica, tiene il punto, con solidi addentellati nel primo o secondo dei partiti italiani, il Movimento Cinque Stelle. Ben al di là della questione in sé (comunque grave per le ripercussioni che le scelte di pochi infliggono a molti), quello che sconforta è l’umore di fondo nel quale attecchiscono queste mattane: una diffidenza irriducibile a qualunque “verità ufficiale”, scientifica o politica o culturale o altro, nel nome di una specie di insorgenza controculturale molto selfie, autoprodotta e autocondotta. Il mondo visto come una losca trama di caste e consorterie, come una incrostazione di inganni, una frode ininterrotta, alla quale il solo rimedio da opporre è un rifiuto irriducibile, un rancore incolmabile.
Si dice che la crisi economica è la fonte evidente del malessere sociale.
È vero solamente in parte. C’è una fonte più profonda, un rattrappirsi dello spirito, uno sguardo gramo e sfiduciato sulla vita e sulle altre persone. C’è paura, soprattutto paura, sotto la crosta dell’aggressività: e questa non è una buona notizia, perché se anche la crisi economica allentasse la presa, la paura rimarrebbe a presidiare il campo, e a punire il novero infinito dei nemici, veri o immaginari.
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Il giornalista indica espressamente :

una diffidenza irriducibile a qualunque “verità ufficiale”, scientifica o politica o culturale o altro, nel nome di una specie di insorgenza controculturale molto selfie, autoprodotta e autocondotta.

esattamente quello che io, nel mio piccolo, ascolto e osservo ogni giorno dalle bacheche social alle chiacchiere da caffè.

martedì 21 marzo 2017

La Strana Guerra di Arrigo Petacco


Ho molto apprezzato questo saggio di Arrigo Petacco su quel particolare periodo storico che è noto ai posteri come La Strana Guerra, quei primi mesi di relativo immobilismo della seconda guerra mondiale dalla fine della campagna di Polonia, nel settembre del 1939, all'avvio delle operazioni in Francia, nel maggio del 1940.

Gli scenari politici di quel periodo erano molto diversi da quelli che si sarebbero sviluppati successivamente e che condussero alla caduta rovinosa del Reich Millenario, ma anche al collasso dei grandi imperi coloniali e in definitiva al tramonto dell'Europa come egemone sul teatro mondiale.

Per dirla con Petacco: quando Hitler e Stalin erano alleati e Mussolini stava a guardare.  

Petacco, con uno stile di scrittura semplice che rende la lettura gradevole, fa un excursus sugli eventi di questo periodo analizzando i fatti principali dei 9 mesi di Phoney War ('guerra finta' come la chiamarono gli inglesi) descrivendo la guerra tra Finlandia e Unione Sovietica, la conquista della Scandinavia da parte delle truppe della Wermacht e i preparativi per lo sfondamento sul fronte occidentale.

Il libro termina con la rovinosa rotta di Dunkerque del corpo di spedizione britannico e la sciagurata entrata in guerra dell'Italia. Nell'accompagnarci a comprendere i fatti di quei mesi ormai remoti l'autore descrive gli avvenimenti e i personaggi, dal traditore Quisling al tronfio Gamelin senza dimenticare l'astuto (o presunto tale) Mussolini.

Molto interessante la descrizione dei preparativi per l'invasione della Francia che videro l'esercito francese, comandato da una casta di generali sclerotici e presuntuosi, collassare in soli tre giorni e mezzo contro le truppe della dinamica leva dei  generale Guderian e Rommell.

Un bel saggio storico, una vera chicca per il lettore interessato agli eventi politici del XX secolo. 



venerdì 17 marzo 2017

K2. Bonatti Contro Tutti


Qualche giorno fa è andato in onda, su Rai Storia, un interessante documentario sulla ben nota porcheria del K2, guidata da quel fascista di Ardito Desio.

Un documentario che è la storia di una piccola Italia fatta di personaggi meschini e traditori.
Ma è anche la storia di un grande italiano, Walter Bonatti, che ha saputo tenere duro per decenni e dimostrare la propria grande forza morale.
Come dice bene Paolo Mieli alla fine del video documento, questa vicenda è un esempio di come i meriti e i diritti dei giovani siano molte volte calpestati dalla 'classe dominante'.

Segnalo il link della Rai, dove il video è disponibile.


Buona visione!
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